“L’Amore è la forza che ci fa ardimentosi e capaci di rivoluzione: anzi l’amore stesso è rivoluzione. Dentro di noi anzitutto, inducendoci a soppesare in noi stessi le sue esigenze realistiche (il realismo dell’amore), tra cui principalmente il bisogno di dare il massimo di noi stessi, perché a Colui che ha dato il massimo di sé non possiamo negare il massimo di noi, amando Lui e, con Lui, tutti i suoi figli, tutti nostri fratelli.
È da questa radice biblica, feconda per eccellenza, che prendono linfa sia l’ideale della santità personale, quale destino comune di ogni uomo che viene in questo mondo - ideale assolutamente centrale nel messaggio e nella missione carismatica del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta -, sia l’ideale della fraternità sociale e universale”.
Mons. Salvatore Di Cristina,
presentazione dell’e-book “L’Amore è rivoluzione”
Spinti da questo amore e desiderosi di sperimentare l’appartenenza alla stessa Famiglia Spirituale, la condivisione del Carisma, la fratellanza che ci unisce perché figli del Padre Celeste e di Padre Guglielmo, la Direzione di Palermo allargata ai Centri di Servizio ha sentito il bisogno di vivere un momento intenso in cui ritrovarsi Famiglia Pro Sanctitate, vivere la gioia di appartenere a questa famiglia, esprimere la nostra gratitudine per la chiamata ricevuta e riconfermare la nostra adesione all’Ideale lasciatoci in eredità dal nostro Fondatore. È stato molto bello stare insieme. Ci siamo ritrovati nella gioia e nel desiderio di ripartire con entusiasmo e fiducia e continuare a camminare.
Abbiamo voluto apprendere e usare ciò che la Chiesa ci sta insegnando in questi anni di cammino sinodale e quindi abbiamo utilizzato il metodo della Conversazione Spirituale che promuove la partecipazione attiva, l’ascolto attento, il discorso riflessivo e il discernimento spirituale. E’ stata una esperienza forte e molto toccante: custodiamo nel cuore quanto ognuno ha consegnato all' altro e facciamolo fiorire.
La partecipazione alla S. Messa ha concluso la giornata, sull’altare abbiamo consegnato i nostri bisogni, il nostro grazie, il desiderio di essere diffusori di gioia.
Santina Mitra
Tempo di vacanza, tempo di relax, al termine della festa di Sant'Anna, Patrona di Castelbuono, festa ricca di manifestazioni religiose e civili, molto sentita dai Castelbuonesi sia residenti sia emigrati in tante parti di Italia e del mondo, che si conclude con la Solenne processione del 27 luglio in cui la reliquia della Santa attraversa le strade del paese, ci siamo ritrovate il gruppetto delle "Amiche Pro Sanctitate" per un momento di fraternità. L'occasione è stata colta per la presenza della direttrice del Centro Operativo di Palermo e anche di alcuni membri Associati del Movimento di Palermo. Ci siamo ritrovate nel salone della Parrocchia Natività di Maria ed è stato un bel momento di conoscenza e testimonianza dell'appartenenza al Movimento Pro Sanctitate; la memoria di santa Marta, Maria e Lazzaro ci ha dato l'input per riflettere sul significato dell'accoglienza (fattiva di Marta, spirituale di Maria) e sul valore della "CURA" che ciascuno di noi deve avere nei confronti del rapporto con Dio Padre, con i nostri fratelli e non ultimo con noi stesse, avendo rispetto della nostra dignità di DONNE, della necessità di ritagliarci spazi e momenti personali. E' emerso il desiderio di diffondere con mezzi nuovi la Cultura della Santità , carisma proprio del nostro Movimento. La serata si è conclusa in pizzeria, dove abbiamo avuto modo di conoscerci e dialogare piacevolmente tra noi.
Un grazie alle Associate di Castelbuono e in particolare a Mariella e Benedetta che hanno organizzato il tutto.
Santina Mitra
"Lasciare in tutti una traccia di Dio è la forma più bella dell'amore!" (Guglielmo Giaquinta)
Il servo di Dio Guglielmo Giaquinta, vescovo e fondatore, è stato un instancabile apostolo della chiamata universale alla santità. Sono trascorsi trent'anni dalla sua morte, ma il suo ricordo e la forza della sua spiritualità risuonano ancora con grande forza.
Come famiglia spirituale da lui fondata, vogliamo immergerci nella profondità della sua esperienza e condividere questo dono prezioso dello Spirito; lo facciamo attraverso dei piccoli approfondimenti della sua spiritualità, augurandoci che la sua testimonianza sia per molti un invito a intraprendere con gioia e fiducia il cammino della santità e seguirlo con perseveranza.
L'itinerario sarà in quattro tappe, da marzo a giugno, con un tema proposto ogni mese.
L'AMORE E' RIVOLUZIONE! RICORDANDO IL SERVO DI DIO GUGLIELMO GIAQUINTA NEL TRENTENNALE DELLA MORTE
Un bel pomeriggio per ricordare il Servo di Dio Guglielmo Giaquinta: gratitudine e lode, per il trentennale della morte del nostro Fondatore.
Grazie a S. Ecc . Mons. Salvatore Di Cristina che ha tratteggiato i punti chiave del pensiero di Giaquinta attingendo al testo base “L’amore è rivoluzione”. Grazie al nostro Pastore, l’Arcivescovo Corrado Lorefice, che ha ci ha restituito tutta l’attualità e la forza del messaggio di Giaquinta.
Un grazie anche all’Amministrazione Comunale di Palermo, che si è resa presente con l’Assessore Pietro Alongi.
Intenso il momento lirico di ascolto dei testi di Giaquinta cui hanno prestato la voce il Dott. Carota e la prof.ssa Di Lorenzo (membri Associati del Movimento Pro Sanctitate ) con il sottofondo musicale del Maestro Alessandro Pisciotta. E per concludere il meraviglioso concerto delle Aeolian Vocal Ensemble dirette dal Maestro Monica Faja. Un omaggio in musica per il nostro amato Padre Guglielmo. Grazie a tutti.
Terzo incontro della lettura dell’opera d’arte presso la sede dell’Associazione Parco del Sole.
Un intenso e ricco di suggestioni percorso artistico delineato dall'Arch. Maria Grazia Mitra nell'evento proposto da Pro Sanctitate Sicilia: "Luce per illuminare le genti"
Sono state descritte alcune opere di artisti straordinari fra i quali Rubens, Caravaggio, Bernini con precisione e passione tale da rendere "vive" le opere, suscitando, al termine, nel pubblico ricchi e interessanti spunti di riflessione alimentati anche dalle note musicali suonate al pianoforte da Claudia Costanzo
Un pomeriggio che ha "dato luce" ai partecipanti, come si addice tra l'altro alla chiesa di San Giovanni Decollato, sede dell’Associazione Parco del Sole, la cui missione è "portare luce" nella vita di tante bambine e tanti bambini del quartiere Albergheria di Palermo.
Incontro culturale mercoledì 3 gennaio alle 18.30 alla parrocchia di Santa Luisa De Marillac in via Franz Liszt a Palermo.
L’ Arch. Maria Grazia Mitra, docente di Storia dell’Arte presso il Liceo Artistico Arcangeli di Bologna, ci ha proposto una lettura guidata di opere scelte tra le varie iconografie del tema della Natività, secondo l'interpretazione degli artisti tra i più importanti dall'età Medievale al '600.
L'obiettivo della lettura delle opere è quello di scoprire come i vari artisti, nel tempo, hanno affrontato il tema sacro, per raccontare i sentimenti dei protagonisti secondo il loro personale convincimento o i desideri dei committenti e conoscere gli stili, le tecniche e le composizioni.
È in un mite pomeriggio di marzo, di quelli che ti fanno credere che la primavera romana è ormai sbocciata, che conosco Emanuela Vinciguerra, autrice della stele dedicata a Mons. Guglielmo Giaquinta. Ci incontriamo in una delle piazze più belle della Capitale, piazza di Pietra, e davanti al suggestivo colonnato del Tempio di Adriano, lei mi svela come nasce un’idea, prende forma un progetto e diventa un’opera, destinata ad andare oltre il tempo presente e a parlare ai molti che Mons. Giaquinta l’hanno conosciuto, ma soprattutto a quanti vorranno sapere chi era.
Ci racconti come è nata l’idea di creare un’opera dedicata a Mons. Giaquinta e qual è stato il suo processo creativo?
La proposta mi è stata fatta da mia madre, Valeria, e da Loretta Angelini e Carolina Villani. E devo dire che ne sono stata felice, perché affettivamente sono molto legata al Movimento Pro Sanctitate. Ho realizzato la stele sia per amore verso mia madre sia per affetto verso le persone del Movimento che ho conosciuto negli anni. Non da ultimo, ero curiosa di cimentarmi in un progetto nuovo, in qualcosa che non avevo mai fatto prima.
Tu sei una restauratrice?
Sì, e in genere, mi occupo di opere d’arte che già esistono. Quella che ho creato io invece, non la ritengo un’opera d’arte, è una stele. Ma appunto, l’idea di creare qualcosa di diverso mi ha entusiasmata.
Diverso in che senso?
Di solito, la stele è di marmo e non di rado, ha delle foto. Mi sono molto documentata, ne ho viste diverse sia in pietra sia in metallo. E alla fine, ho scelto di lavorare con il metallo, perché lo trovo un materiale caldo e soprattutto, adatto al contesto.
Non deve essere stato facile immaginare qualcosa da inserire in un ambiente già pieno di ornamenti…
È stato fondamentale osservare e studiare il luogo in cui la stele sarebbe stata posta, ossia, lì dove Mons. Giaquinta è sepolto. La Chiesa della Madonna dei Monti è ricca di marmi, di colori e decorazioni. Perciò, sono partita dalla scelta di un elemento cromatico idoneo e ho considerato che il più adatto al contesto potesse essere il bronzo, già presente in alcune colonnine, un colore neutro, capace cioè di inserirsi in ogni ambiente in maniera forte, decisa, ma non invasiva.
Ma il bronzo richiede una lunga elaborazione…
Esatto, la lavorazione del bronzo è complessa, non di immediata esecuzione, richiedendo la preparazione di un calco, per non parlare dei costi del materiale in sé. Ecco quindi, che mi è venuto in mente il corten (acciaio Cor-Ten, ndr), un materiale oggi molto utilizzato sia nella creazione di opere d’arte sia in ambito archeologico, proprio per la sua caratteristica peculiare di riuscire a coniugarsi in modo armonico con altri materiali antichi, per il suo aspetto che ricorda il ferro arrugginito.
Mentre il 2022 era agli sgoccioli e tutto il mondo era in preghiera per accompagnare gli ultimi giorni del papa emerito Benedetto XVI, papa Francesco ci ha fatto dono della lettera apostolica “Totum amoris est”, per ricordare san Francesco di Sales in occasione del IV centenario della sua morte.
La lettera tratteggia, con poche e sapienti pennellate, il Santo vescovo, facendo emergere una figura di intensa spiritualità e di grande attualità.
riflessioni sul documento “Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale”
Con il messaggio per la Quaresima 2022 papa Francesco invita la Chiesa ad un rinnovamento orientato verso il bene, che resiste alla fatica del tempo e all’indifferenza del mondo. Anche noi, come i Galati a cui si rivolgeva Paolo nella sua esortazione, sentiamo il peso della stanchezza e dello scoraggiamento: “la Quaresima - scrive il Santo Padre - ci invita alla conversione, così che la vita abbia la sua verità e bellezza non tanto nell’avere quanto nel donare, non tanto nell’accumulare quanto nel seminare il bene e nel condividere”.
Ci auguriamo che questo itinerario possa diventare un appuntamento personale, familiare, comunitario attraverso cui specchiarsi con la Parola, il Magistero e alcuni amici che ci aiutano ad andare in profondità nella vita dello Spirito!
Incontri brevi, ma intensi, che alimentano la vita spirituale, per camminare insieme verso la Pasqua.
“Siate santi perché io sono santo” (Levitico 11,45)
È un invito che leggiamo già nell’antico testamento e che assicura profonda comunione. “Siate santi”, partecipate cioè al mio sommo splendore e questo invito non esclude nessun uomo e nessuna donna. Parte da un cuore di padre: chi infatti se non un padre fa partecipe della sua ricchezza tutti i suoi figli?
A mo’ di spigolature stralciamo alcune frasi di chi ha meditato e approfondito le sfaccettature di questo incredibile messaggio. Ci rende appassionati contemplativi leggere che “la creazione non è altro che una pallida ripetizione di quell’amore misterioso che unisce indissolubilmente il Padre, il Figlio e lo Spirito divino. Dio crea per amore, comunica cioè in qualche modo se stesso, e alle sue creature vuole dare, in quanto esse ne siano capaci, la sua presenza beatificante” (Guglielmo Giaquinta, L’amore è rivoluzione)
L’amore di Dio è così infinito che Egli manda nel mondo il suo Figlio unigenito, il quale ci ama al punto di accogliere la croce. “Ho sete”: una sete capace di generare vocazioni come quella delle Oblate Apostoliche Pro Sanctitate “dalla tua bocca riarsa, Gesù crocifisso, un’umile richiesta di acqua si indirizza ai presenti; il tuo sitio è espressione di una sofferenza senza nome, che pervade il tuo corpo dissanguato” (Guglielmo Giaquinta, Sitio)
Io sono santità, io sono bellezza. Diveniamo come Francesco d’Assisi pellegrini contemplativi, capaci come lui di camminare cantando “Ti lodiamo Padre con tutte le tue creature, che sono uscite dalla tua mano potente. Sono tue e sono colme della tua tenerezza. Laudato si’. (Papa Francesco, Laudato si’, 246). Io sono vita infinita “Hai preso forma nel seno materno di Maria, ti sei fatto parte di questa vita” (Papa Francesco 246)
Io sono vita!
Maria Mazzei
A cura di Alessandra Privitera
Cosa fare se le emergenze, sanitarie e non, rischiano di compromettere la nostra routine e ci costringono a vivere quasi sospesi, senza programmi o progetti per un futuro pressoché immediato? Ciò che state per leggere non vuole essere certamente uno studio scientifico o esaustivo in grado di teorizzare la legittimità della crisi, o la sua opportunità da un punto di vista teologico, spirituale o filosofico, ma semplicemente delle riflessioni a voce alta su dei sentimenti o atteggiamenti che a tutti noi, in quanto uomini, può capitare di attraversare, a prescindere da quale sia il nome di ciò che ci è dato di vivere, che sia il Covid-19 o un evento che sconvolge la nostra vita personale e/o familiare.
Questo libro è una biografia, racconta il percorso di fede e di santità portato avanti da una ragazza nell’ultimo periodo della sua vita, terminata precocemente all’età di 24 anni: Carlotta Nobile.
Gli autori sono Filomena Rizzo e Paolo Scarafoni (responsabili della pastorale universitaria di Benevento) i quali, dopo aver sentito parlare di Carlotta, hanno iniziato ad interessarsi e ad entusiasmarsi di fronte alla figura di una giovane donna che continua a coinvolgere e a restare viva nel ricordo di molte persone.
Come essi stessi dichiarano nella prefazione al libro: “Perché scrivere la biografia di Carlotta Nobile? Carlotta oggi interpella i giovani, il mondo degli artisti, in modo particolare dei musicisti, e il mondo dei malati. Carlotta rappresenta una speranza.”
Alla Vigilia del Convegno Nazionale del Movimento Pro Sanctitate, ai microfoni di Radio Vaticana Padre Giulio Albanese e Loretta Angelini, membro del Movimento Pro Sanctitate di Roma, dialogano su santità e contemporaneità. Si puo' parlare di santità oggi?
Ascolta l'audio
Officine della santità
Nell'ambito del Convegno Nazionale del Movimento Pro Sanctitate, si terranno laboratori di riflessione e di progettualità "abitati" da un testimone della fede, le Officine della Santità. Alle officine prenderanno parte familiari e amici del testimone della fede e la condivisione consentirà di interrogarsi su come "abitare" e "animare" la società civile, la famiglia, la fraternità, la cultura, il lavoro.
Ad Ottobre Calino si trasforma in “capitale della Santità”
Al via presso il cento Oreb la rassegna promossa dal Movimento Pro Sanctitate intitolata
I VOLTI DELLA CITTA’.
Giovedì 17 ottobre il Vescovo Tremolada aprirà il primo dei tre incontri dialogando con i giovani dell’Unità Pastorale
“Il bello del vivere. La santità dei volti e i volti della santità” questo era il titolo della prima lettera pastorale del Vescovo Tremolada, per cui cominciavano a prendere forma in terra bresciana, dalla comunità pastorale a quella laica, nuovi scenari e prospettive di riflessione. La santità come volto buono dell’umanità, come “lato più bello e più vero”, l’umanità come Dio l’ha desiderata da sempre. In questo clima di redenzione dalla tristezza, dalla volgarità, dalla violenza, così ben anticipato dalla lettera pastorale, si innesta perfettamente l’iniziativa promossa dal Movimento Pro Sanctitate e che vede protagonista giovedì 17 ottobre, al centro Oreb di Calino, proprio lo stesso Vescovo di Brescia Mons. Tremolada In dialogo, oltre che con i giovani dell’Unità Pastorale, con il prof. Gabriele Archetti e il Direttore del Giornale di Brescia Nunzia Vallini nell’ambito di un progetto di respiro europeo dal titolo “I volti della città”.
Presentata in anteprima a Calino la mostra dal titolo «I volti della Città - Testimoni di santità oggi».
Con questo progetto multimediale, il Movimento Pro Sanctiate desidera offrire un viaggio attraverso una città diversa, forse non sempre rintracciabile nella nostra esperienza quotidiana.
È la città abitata da uomini e donne, comuni e imperfetti, che hanno incontrato Dio e che hanno lasciato che questo incontro trasformasse le loro vite.
Nella ricerca che desideriamo fare per capire un po’ di più Giaquinta fondatore, ci è offerta l’affermazione di Giuliana Spigone: “Noi tutti siamo nati dal suo cuore sacerdotale”, riferendosi all’intera famiglia ecclesiale da lui nata. Una sintesi essenziale che illumina quel passaggio dal servizio pastorale a un evento fondativo; un’intuizione potremmo dire ispirata che esprime quella generazione carismatica operata da Giaquinta per il dono dello Spirito in forza del ministero ordinato.
“Tutti i fondatori sono mistici”, ha detto Benedetto XVI, hanno cioè un particolarissimo rapporto con Dio, per il quale possono dar vita a nuove forme di impegno cristiano e indicare vie inesplorate di santità. Ma ciascun fondatore ha un’impronta propria, attinge la ricchezza specifica del carisma a lui donato dalla sua personale vocazione.
Nella Chiesa ci sono tanti tipi di fondatori: coloro che si caratterizzano per lo stato religioso o per la condizione laicale; padre Guglielmo è fondatore in quanto sacerdote, vivendo innanzitutto la sua chiamata di “alter Christus” e radicalizzando il suo servizio ministeriale.
“Siate perfetti….” (Mt 5,48)
E noi come lo abbiamo tradotto? Sii bravo in tutto! Eccelli in ogni cosa! Sii il migliore, il primo.
La ricerca della perfezione sancisce molti ambiti del nostro quotidiano e caratterizza tanti aspetti della nostra vita. A scuola, dietro l’ansia di tanti ragazzi, leggo spesso l’enorme carico di aspettative dei genitori. L’altro giorno mi ha molto colpito l’intervista in televisione di una ragazza guarita da anoressia: alla domanda “come è iniziato il tutto” la sua risposta è stata “c’era in me una continua ricerca di perfezione”.
Forse è il caso di chiedersi quale perfezione intendeva Gesù e quale perfezione, invece, è dettata dal nostro ego! A me sembra che, quella dettata dal nostro ego, nasconda un bisogno di “tenere tutto sotto controllo”. Un bisogno che ha a che fare con l’insicurezza, con la paura.
A due mesi dalla pubblicazione del Documento finale del Sinodo 2018 su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, pubblichiamo un commento di Mons. Di Cristina, Consulente nazionale del Movimento Pro Sanctitate.
Il Documento finale del Sinodo dei Vescovi dello scorso ottobre 2018 apre sull’onda emotiva suscitata nei Vescovi stessi dall’esperienza assolutamente unica della presenza dei giovani durante i loro lavori. «Abbiamo camminato insieme, con il successore di Pietro che ci ha confermato nella fede… Abbiamo lavorato insieme, condividendo ciò che ci stava più a cuore… La presenza dei giovani ha segnato una novità: attraverso di loro è risuonata nel Sinodo la voce di tutta una generazione…» (2). Da qui, sul richiamo all’icona pasquale dei Discepoli di Emmaus, prende il via l’idea madre del Documento: quella che vede in Gesù il modello del cammino della Chiesa accanto alle giovani generazioni (4). Come Gesù, fattosi «giovane con i giovani per divenire esempio per i giovani e consacrarli al Signore» (il tratto riprende un bel passaggio di S. Ireneo), anche la Chiesa, imparando da Lui saprà «cogliere al meglio la benedizione della giovinezza» (63). Il cammino dei pastori della Chiesa con i giovani, ma anche dei laici per ciò qualificati, comincerà dunque dall’ascolto dei giovani: un ascolto delle loro domande che, come quelle dei discepoli di Emmaus, la Chiesa stessa saprà opportunamente suscitare, consapevole del desiderio che i giovani stessi hanno di essere ascoltati (6). E sarà un cammino animato fin dapprincipio da un sì aperto verso un futuro, un compito e una meta che, seppure inizialmente non chiari, appariranno presto rischiarati dalla «logica vocazionale» (72).
Riportiamo un articolo pubblicato sul Quotidiano "La Croce" il 31 ottobre 2018, alla vigilia della Giornata della Santificazione Universale.
L'attualità di Mons. Giaquinta
Un sacerdote che ha dedicato tutta la sua vita e l'intero ministero - presbiterale, sacerdotale e poi di fondatore - ad esplorare le ricchezze della vocazione universale alla santità. Quando fu emanata la costituzione dogmatica "Lumen Gentium", che al capitolo V esprimeva appunto questa verità, fu confermato nel proprio carisma di vivere una vita cristiana vera e autentica.
Mentre la nostra memoria, già distratta dalle nuove cronache, rischia di mettere nel dimenticatoio l’assassinio di Desirée, la sedicenne che ha terminato la sua giovane vita tra le macerie della capitale, noi vogliamo ricordare, ma soprattutto reagire.
La barbarie che ha avuto come palcoscenico il palazzo abbandonato di San Lorenzo a Roma ci ha fatto affacciare sull’abisso. La manifestazione orrorifica e purulenta del male terreno che si accanisce in tutta la sua oscena brutalità, ha mostrato una pallida ombra della desolazione del luogo da dove Dio è stato cacciato.
Papa Francesco, nel corso del Sinodo appena concluso, ha ribadito più volte l’importanza di mettersi in ascolto dei giovani, di tutti i giovani. Molti hanno colto questo invito e da questo ascolto si è cercato anche di capire come i giovani vivono la fede oggi. Non è facile, poiché si tratta di entrare in una dimensione che appartiene agli aspetti più intimi e profondi dell’esperienza umana. Una premessa semplice ma importate: i giovani non sono una categoria omologata. Ciascuno ha una storia unica e un percorso irripetibile. È facile etichettare i giovani come atei semplicemente per il fatto che in pochi partecipano alla Messa domenicale. La contrapposizione credente/non credente è riduttiva e semplicistica, non racconta cosa c’è nel profondo.
Baden Powell sosteneva che «nessun insegnamento vale quanto l’esempio», e rileggendo le parole del Papa al Campus Misericordiae a Cracovia questo motto scout calza alla perfezione. I discorsi sui «giovani» sono tanti e se ne sentono ovunque. Sebbene sia normale e in parte giustificabile identificare i ragazzi di una certa fascia d’età nella parola ‘giovani’, spesso e volentieri questo significa ridurre ogni ragazzo o ragazza ad un puntino nero in un quadro colorato, una goccia dell’oceano, che per quanto indispensabile viene annullata dall’impossibilità di esprimere se stesso.
Penso, che prima di proiettare un ragazzo sul «futuro del nostro paese», con frasi tipo «voi siete il nostro domani! Il futuro è nelle vostre mani», bisognerebbe infondere in quel ragazzo la capacità di scegliere la vita. Mi spiego. I discorsi lungimiranti hanno senso ed effetto solo se i ragazzi hanno già compreso quanto la loro vita sia unica, indispensabile e quanto un intero oceano senza la sua gocciolina valga meno.
Chantal e Vincenzo sono due ragazzi di 16 anni. Queste poche righe sono state scritte nell'agosto del 2018, all'indomani di una esperienza di "deserto", vissuta all'Eremo delle Carceri di Assisi, durante il campo dei Giovani Pro Sanctitate "in cammino" verso l'incontro con Papa Francesco.
Le parole semplici e profonde di questi due teenager, dimostrano quanto ancora possa essere attrattiva ed eloquente la vita dei santi.
Molto spesso noi giovani dimentichiamo il vero senso della vita, fatichiamo a comprenderla, fatichiamo a viverla perché troppo presi dal banale, perché troppo presi da quello che non serve, che troppe volte ci impedisce di capire il vero significato delle cose.
PIU’ UMILE, SIGNORE, LA MIA OFFERTA
a confronto con l’Esortazione Apostolica di papa Francesco
sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo
di Marialuisa Pugliese
“La santità è il volto più bello della Chiesa”, leggo in Gaudete et Exsultate. Che continua: “Ma anche fuori della Chiesa Cattolica e in ambiti molto differenti, lo Spirito suscita segni della sua presenza …” (n. 9). E mentre cerco di coglierne il senso profondo, sono attraversata da un duplice interrogativo: è l’espressione di una potente novità suggerita appunto dallo Spirito, Santo e Santificatore, oppure è la sintesi di una lunga storia già scritta e vissuta? Sì, senza dubbio: è l’una ed è l’altra, contemporaneamente.
GAUDETE ET EXSULTATE:
NON VI È INVITO PIÙ VERO PER NOI DEL MOVIMENTO PRO SANCTITATE!
Carissimi Associati ed amici,
come la costituzione dogmatica Lumen Gentium del ’64, che finalmente metteva in luce quanto annunciavamo già dal 1948, così oggi l’esortazione di Papa Francesco sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo è una bellissima e preziosa conferma che il Servo di Dio Guglielmo Giaquinta era veramente ispirato da Dio, che il nostro Carisma è volontà Sua e che ci è stata affidata una missione specifica, quella di evangelizzare la santità.
Non camminare davanti a me,
potrei non seguirti,
non camminare dietro di me,
potrei non saper dove andare,
cammina accanto a me
e sii per me un amico.
Albert Camus
«L'operazione "dall'uno i più" è forse la più difficile che possa esserci ma è, anche, la più necessaria nella vita del Movimento».
«Siamo depositari e portatori dei doni che Dio ci ha affidato e del valore che lui riconosce in noi».
Queste parole di Don Salvatore Di Cristina, Consulente Ecclesiastico del Movimento Pro Sanctitate in Italia, hanno accompagnato i lavori e l'esperienza di questa prima sessione di Consiglio Nazionale Allargato.
Ognuno è ogni associato e amico Pro Sanctitate, ogni Centro Operativo, ogni realtà locale, ogni comunità e ogni famiglia...
6 aprile 2018. I membri delle Direzioni Locali e dei Centri di Servizio delle realtà Pro Sanctitate in Italia stanno raggiungendo in queste ore il Centro Oreb di Calino, in provincia di Brescia, per il Consiglio Nazionale Allargato.
La Direziona Nazionale li aspetta e li accoglie per vivere insieme una esperienza di condivisione, di confronto e di fraternità.
Solo qualche ora fa la notizia ufficiale.
Alle 12.15 di Lunedì 9 Aprile, presso la sala stampa Vaticana, sarà presentata l'Esortazione Apostolica di Papa Francesco sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo.
Tutta la famiglia Pro Sanctitate, nata dal cuore paterno del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta e nutrita dal carisma della Vocazione Universale alla Santità che il giovane don Guglielmo aveva intuito fra le macerie materiali e spirituali del dopo guerra, gioisce di gratitudine e rinnova il suo impegno a vivere con umiltà e autenticità l'ideale di un mondo in cui tutti gli uomini siano santi e vivano da fratelli.
Domani, 6 Aprile, alle ore 11:15, su Radio Vaticana, nel corso della rubrica #trendtopic, inserito nel programma Doppio Click, Stefano Leszczynski intervista Roberto Corradi, Segretario Nazionale del Movimento Pro Sanctitate.
Alla Vigilia della Festa del Cuore Immacolato di Maria, è giunto inaspettato, a tutta la famiglia Pro Sanctitate, un augurio paterno da parte di Mons. Angelo De Donatis, Vicario del Papa per la Diocesi di Roma.
Riceviamo queste parole e le condividiamo con sincera gratitudine. Ad esse desideriamo rispondere con rinnovato impegno a coltivare, ogni giorno, la fiducia in un mondo in cui tutti gli uomini siano santi e sappiano vivere da fratelli.
Carissimi fratelli e sorelle della “Pro Sanctitate”,
in occasione della festa della Madonna della Fiducia, che voi invocate con tenerezza rivolgendovi al suo Cuore Immacolato, vi invio un carissimo saluto carico di affetto e benedizioni. Attraverso di me sapete che Papa Francesco vi ricolma di speciali attenzioni e invoca su tutti i membri dell’Istituto, del Movimento, degli Animatori Sociali e degli Apostolici Sodales ogni Grazia e Dono Divino.
Wonder: la meravigliosa storia di un bambino nato con una rara malattia che gli ha lasciato il viso irregolare in seguito a numerose operazioni di vitale importanza.
Dopo aver finito la scuola elementare con lezioni domestiche a cura della mamma stessa, il piccolo August deve iniziare le medie e affrontare le evidenti differenze rispetto agli altri bambini della sua età, i quali sanno spesso essere cattivi e intolleranti verso ciò che è “diverso”.
Qual è la vita che non ha le sue difficoltà, le sue spine,
qual è la creatura umana che non ha momenti di dubbio,
di sofferenza, di incertezza, di pericolo, magari di fallimento?
Chi si trova allora accanto? Ancora, la Madre.
Guglielmo Giaquinta
Queste poche parole esprimono il rapporto filiale che Guglielmo Giaquinta ha sempre coltivato con Maria.
Per tutti gli alunni del Seminario Romano Maggiore, l'immagine della Madonna della Fiducia, ritratta nella cappella, rimane scolpita nel cuore per sempre...
Così fu anche per il Servo di Dio Guglielmo Giaquinta, che in lei ha sempre confidato, nel desiderio e nel sogno di costruire un mondo di santi e di fratelli.
Dal 2 Novembre, per tutto il mese, Radio Mater dà voce alle parole del Fondatore del Movimento Pro Sanctitate.
Guglielmo Giaquinta, sacerdote e vescovo, oggi Servo di Dio, ha speso tutta la sua vita per dare concretezza al sogno di un mondo rinnovato dalla santità e dalla fraternità universali.
Fatti contagiare...stai connesso:
dal Lunedì al Venerdì
dalle 13.10 alle 13.30
La Giornata della Santificazione Universale e
l'iniziativa "Un girasole per te"
sono state presentate Venerdì 20 ottobre 2017
in diretta su Radio Mater
nel corso della trasmissione
"Vivere Oggi la nostra fede"
condotta da Francesco Vitale.
Un anno pesante per numerosi motivi…..non ultimo quello legato alla salute della mia famiglia, ma finalmente arrivano le sospirate “ferie”! Anche per quest’anno non abbiamo alternative: mare, sempre mare, sempre nello stesso luogo, Riviera adriatica, Senigallia.
Ho passato tutta la vita su questa spiaggia, la sento profondamente mia e….per quanto abbia visto tante altre località anche più belle, questa rimane sempre la più tranquilla, la più “in confidenza” con me stessa, al punto che ci sono attaccata veramente come… una “cozza allo scoglio”!!!!
Quest’anno, però, è cambiato qualcosa: ho potuto riflettere con molta calma su tantissimi eventi accaduti e sensazioni provate in quest’ultimo periodo, i momenti forti che abbiamo vissuto sia con il Movimento che con la catechesi parrocchiale.
E il viaggio continua, la vita va avanti, tra sogni e rimpianti si diventa Grandi!!!
I ragazzi del Movimento Pro Sanctitate di Brescia - Imperia - Roma si sono trovati ancora una volta a condividere la tappa estiva del cammino formativo di quest'anno, a Roma. Un'esperienza di 5 giorni, dal 1 luglio al 5 luglio nella capitale per provare a ripercorrere il tema dell'amore.
Entusiasmo- condivisione- spirito di gruppo- preghiera- riflessione-confronto e stare a tu per tu con se stessi per conoscersi sono stati gli ingredienti che hanno reso il campo non bello, ma “ speciale”.
L'orrore dell'ennesimo attentato terroristico di Manchester fa riemergere il terrore personale e collettivo.
Questi eventi, sempre più tragicamente frequenti, risvegliano paure primordiali in tutti, incluse le giovanissime generazioni, che questa volta si sentono coinvolte in modo particolare, considerato il target di riferimento della cantante e attrice Ariana Grande. Ci si pone dunque un interrogativo:
Quale responsabilità hanno gli adulti che osservano impotenti lo scempio compiuto sulle vite innocenti?
Il contributo di Massimo Recalcati - psicoanalista, offre una riflessione lucida e richiama all'esigenza di chiarire anzi tutto il nostro guardo e le nostre intenzioni, per far sì che la nostra resti una società aperta alla fiducia, e resista alla tentazione di farsi stritolare dal vortice della paura e della violenza.
Avevo quasi 14 anni, conoscevo la parola mafia perché ero un'appassionata de La piovra, ma non immaginavo che nella realtà, alcuni uomini potessero guadagnarsi una morte così violenta solo per aver adempiuto il loro dovere.
Era un sabato pomeriggio, ricordo ancora che mio padre mi chiamò a vedere, cercò di spiegarmi quanto stava accadendo, e nelle poche ore successive alle 17.56 di quel 23 maggio 1992 incontrai, tutte insieme, tante parole nuove, che piano piano cominciavano a comporre nella mia mente un mosaico, per quanto parziale e grezzo, della Palermo di quegli anni: pentiti, magistrati, scorta, uomini d'onore, mandanti, esecutori, giustizia, omertà...
C’era buio d’intorno
e il corpo del Signore,
diafano, quasi di morte,
ansimava dolorante.
Flebile si levò da lui un sospiro:
«Signore, Padre mio,
perché mi hai abbandonato?».
Un raggio invisibile
trapassò quelle tenebre
fino al cuore di Cristo:
la risposta dell’amore del Padre.
Sul volto del Signore
un sorriso brillò
mentre attorno a lui prendeva vita
il mondo dei bambini accarezzati
che innocenti guardavano,
con accanto le mamme trasognate,
il Cristo sorridente;
i malati che assieme alla salute
ricevevano il dono del sorriso;
la peccatrice adultera salvata
dal sorriso di Cristo;
la mamma sua sorridente
ed il sorriso suo alla Madonna.
Maria stava accanto...
Si voltò lentamente e le sorrise:
«Mamma, disse, ecco tuo figlio»,
e sorridente a Giovanni mormorò:
«Ecco tua madre».
Era il 2 febbraio 2016, un anno fa. All’Assemblea nazionale Parigi viene lanciata la proposta della «Abolizione universale della maternità surrogata». Un’iniziativa internazionale, con intellettuali, femministe, politici, studiosi, per fare pressione su tutti gli Stati affinché aboliscano l’utero in affitto. Un’iniziativa molto laica, promossa da diversi collettivi femminili: e probabilmente per molti inaspettata, rispetto al cliché che vorrebbe i soli cattolici affrontare battaglie “retrograde”, mentre dovrebbe ascriversi aprioristicamente a progresso e conquista di civiltà ogni nuova pratica consentita dalla tecnologia.
Un anno dopo, ieri 23 marzo, all’incontro internazionale alla Camera su «Maternità al bivio: dalla libera scelta alla surrogata, una sfida mondiale», organizzato dal movimento femminista Se non ora quando-Libere, hanno partecipato molte delle donne intervenute a Parigi, e anche molte altre.
Il diavolo condusse Gesù in alto,
gli mostrò in un istante tutti regni della terra e gli disse:
«Ti darò tutto questo potere e la loro gloria»
Lc 4, 5-6
Tentazione: una voce fuori campo, che si insinua nella mente e fa dubitare del vero.
Una voce alleata dell’ego, che divide, corrompe, accieca.
Una voce non riconoscibile, per cui è facile cadere nella sua trappola.
Per questo è necessario il deserto, lì dove il silenzio e l’essenzialità permette di individuarla. Mi piace pensare la Quaresima come un tempo di deserto per riconoscere e neutralizzare le voci che ci mandano fuori pista.
Durante una partita di calcio di bambini di terza elementare, fuori dal campo si assiste ad uno spettacolo molto poco edificante: due coppie di genitori alzano la voce l'un l'altro per un fuorigioco dubbio. Volano parole pesanti, alcuni "adulti" si schierano sui diversi fronti, altri adulti intervengono per sedare gli animi. L'atmosfera resta tesa, si fa fatica a ritrovare la serenità, i ragazzi in campo hanno percepito qualcosa. Immaginano, pur non avendo compreso sino in fondo. Appaiono disorientati, distratti, nel gioco diventano più fragili....
Chi di noi non ha mai assistito direttamente o indirettamente ad una scena del genere?
Le dolci note delle canzoni natalizie risuonano, ancora una volta, in questi nostri giorni. Esse sembrano provenire da un tempo lontano, sono cariche di una ingenua attesa, di una semplice gioia. Suscitano in noi sentimenti di tenerezza, risvegliano memorie, ci narrano lo stupore dell’infanzia.
Se nel silenzio della notte le sentiamo riecheggiare comprendiamo che esse sono un omaggio d’amore al Dio che si è fatto bambino, nascendo da una giovane donna; esse sono il tributo di cuori che tremano di meraviglia dinanzi al miracolo di Dio che nasce nella povertà di una grotta, nel freddo della notte, e giace in una mangiatoia scaldato da un bue e un asinello, avvolto dallo sguardo adorante di una madre giovanissima e del suo sposo.
Il 23 settembre 2016 è stato il centenario della nascita di Aldo Moro. La ricorrenza è passata piuttosto inosservata nella società civile e politica italiana, nonostante la figura di questo statista brilli di luce propria, particolarmente in questo periodo in cui probabilmente ogni cittadino coltiva il desiderio di veder emergere, nel panorama politico del nostro Paese, una personalità di pari statura.
Uomo di Stato, fervente cattolico, ha sempre portato avanti i valori cristiani sapendoli conciliare, con estrema libertà, con i principi di laicità dello Stato.
Il 22 settembre 2016 il Ministero della Salute ha promosso il primo ‘Fertility Day’, giornata nazionale dedicata all’informazione e alla formazione sulla fertilità umana.
La campagna mediatica di lancio dell’iniziativa, avviata con un misto di ingenuità e di dubbio gusto, ha purtroppo reciso sul nascere l’opportunità di una riflessione seria, lungimirante e ragionevole su un tema tutt’altro che secondario, soprattutto se riferito alle implicazioni sociali che esso sottende.
L’iniziativa è nata con lo scopo di accrescere, soprattutto nei giovani, la consapevolezza sulla propria salute riproduttiva e di fornire strumenti utili per tutelare la fertilità attraverso la prevenzione, la diagnosi precoce e la cura delle malattie che possono comprometterla.
Il prossimo 4 dicembre tutti gli italiani sono chiamati a rispondere al quesito referendario sulla riforma costituzionale. Le ragioni del sì e le ragioni del no, al di là di ogni logica di schieramento e di contrapposizione partitica.
Lc 4,31-34
Gesù, come ciascuno di noi, ha vissuto momenti belli e altri meno, ha gustato la tenerezza di sua madre, la fermezza del padre, l’amicizia con
Giovanni, Lazzaro..., ma nel suo camminare ha avuto anche tante situazioni difficili: quanta incomprensione e quanta solitudine. Gesù, come è tipico del Vangelo di Luca, si sposta da una città
all’altra, e ad un certo punto, dopo essere stato a Nazareth, arriva a Cafarnao e il Vangelo ci informa che questo è “il luogo dove è cresciuto….” quanto è umano il nostro Dio.
Guglielmo Giaquinta è salito in cielo il 15 Giugno 1994 e da allora il suo corpo riposa al Cimitero Romano del Verano.
Il prossimo 31 ottobre le sue spoglie saranno traslate nella Chiesa di Santa Maria ai Monti, nel cuore di Roma.
Le mura che lo accolsero nel 1942, quando da giovane viceparroco iniziava il suo ministero di pastore, lo vedono oggi tornare, Servo di Dio.
Trasfigurare è una parola complessa, sicuramente difficile da accostare alla esperienza della quotidianità. La sento così lontana, credo, perché mi rimanda all’episodio evangelico della trasfigurazione, quello che mi hanno raccontato quando sedevo sui banchi del catechismo e che ho sempre fatto tanta fatica a comprendere fino in fondo. Mi riconduce all’immagine di quella straordinaria trasformazione di Gesù a cui solo i pochi eletti saliti sul monte con lui ebbero il privilegio di assistere.
I membri del Movimento Pro Sanctitate accompagnano con fraterno affetto i sacerdoti Apostolici Sodales, provenienti dall'Italia, da Malta, dall'India e dagli Stati Uniti, riuniti a Subiaco per l'Assemblea Generale che si concluderà 27 Agosto.
Le parole del Fondatore, il Servo di Dio Guglielmo Giaquinta, animano e guidano la nostra preghiera, che consegnamo con fede alla sua paterna intercessione:
«Il Cenacolo è quasi la radiografia del cuore di Cristo e il testamento di Gesù pastore buono.
Le parole di gratitudine composte dai Giovani Amici Pro Sanctitate, nei gruppi di lavoro e di condivisione riuniti a Calino e di ritorno da Cracovia, esprimono la profondità di questa esperienza, il valore dell'amicizia, la bellezza della convivialità.
Saper dire "Grazie" è una capacità che permette di riconoscere quanto di bello ogni giorno viviamo e incontriamo, e di guardare la vita con fiducia e riconoscenza. I Giovani ci siano maestri.
Cuori, suoni e sguardi...qui tutto parla di Dio.
Questo è il brevissimo messaggio che alle 17.46 di sabato 30 luglio, ci giunge dai Giovani Amici Pro Sanctitate che insieme a un milione e mezzo di giovani provenienti dai cinque continenti, si trovano al Campus Misericordiae, l’enorme spianata situata tra la periferia di Cracovia e la cittadina di Wieliczka.
Ultima intensa mattinata di lavoro prima della partenza attesa e desiderata.
Questa mattina ogni gruppo che ha svolto il laboratorio sull'opera di misericordia corporale assegnata, ha presentato agli altri il frutto del proprio lavoro mediante cartelloni, scenette, presentazioni multimediali e preghiere. Una mattinata conclusa con una santa messa, il pranzo e la tanto attesa partenza! (kevin)
I Giovani Pro Sanctitate a Calino diventano reporter di loro stessi e ci raccontano la loro giornata svuotata di cose futili, riempita di essenzialità.
Amicizia, felicità, emozione, vita, condivisione, bellezza, incredulità, dono, fratelli, incontro, fratellanza, consapevolezza, serenità, gioia di vivere, impegno, crescita, entusiasmo, bellezza della vita, fraternità, unità, vivacità, collaborazione ...
con queste parole i giovani Pro Sanctitate diretti alla Giornata Mondiale della Gioventù descrivono l'esperienza dei laboratori sulla misericordia, lavori in corso per costruire un futuro migliore!
Si arricchisce il mosaico dei sorrisi dei Giovani Amici Pro Sanctitate diretti a Cracovia. Alcuni di essi partiranno insieme per una esperienza comune, altri si uniranno alle diocesi di appartenenza.
Tutti porteranno nel cuore il sogno della santità e della fraternità da condividere con tutti i ragazzi del mondo.
Il percorso della "restituzione" del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta alla comunità ecclesiale.
di Marialuisa Pugliese
Tutti noi della famiglia Pro Sanctitate, stando a Roma o venendo a Roma in diverse occasioni, nei ventidue anni trascorsi dalla morte di Padre Giaquinta, certamente ci siamo recati alla tomba del Clero Romano al Cimitero Verano, dove quel 18 giugno 1994 egli fu sepolto, sotto lo sguardo commosso di tanti.
Con l’incarico di Postulatrice conferito nel 2010 a Marialuisa Pugliese, Oblata Apostolica, la Causa di Giaquinta inaugura una seconda fase di attività.
Affinché non vadano perdute testimonianze preziose circa fatti, circostanze e virtù vissute in grado eroico dal Servo di Dio – ne pereant probationes – da parte del Tribunale guidato dal giudice mons. Francesco Maria Tasciotti iniziano gli interrogatori dei testimoni segnalati dalla Postulazione, a partire ovviamente dai più anziani.
Nel novembre 2003, in vista del decimo anniversario della sua morte, l’Istituto delle Oblate Apostoliche in solidum con gli Apostolici Sodales e gli Animatori Sociali – le tre forze impegnate del Massimalismo da lui fondato – dinanzi alla Chiesa di Roma si dichiara “Attore” della Causa di Beatificazione e Canonizzazione di Guglielmo Giaquinta.
P. Paolino Rossi, Postulatore nominato ad hoc, con la presentazione del Libellus contenente il profilo e le opere di Giaquinta, chiede al Tribunale del Vicariato di aprire la fase diocesana del processo canonico. Vengono acclusi, in duplice copia, tutti i libri editi in vita e postumi, da sottoporre al vaglio dei Censori teologi per un giudizio circa l’ortodossia e l’originalità del pensiero.
Il 17 marzo 2004, con l’approvazione unanime della Conferenza Episcopale Laziale, a firma dell’allora Cardinal Vicario Camillo Ruini viene emanato l’Editto con il quale si dà mandato alla Postulazione di raccogliere prove utili ai fini della Causa di Giaquinta, che da questo momento è indicato con l’appellativo di “Servo di Dio”.
Inizia, con il particolare impegno delle vice-postulatrici, il grande lavoro di raccolta del materiale che a mano a mano viene prodotto: le numerosissime testimonianze di persone che lo hanno conosciuto, che hanno compiuto con lui un tratto di strada, che hanno usufruito del suo servizio pastorale; le notizie storiche fornite dai suoi familiari e le dichiarazioni di figli e figlie spirituali; le grazie ricevute per sua intercessione richieste con la preghiera appositamente preparata e divulgata. E poi la catalogazione di tutto il materiale rinvenuto: copia dei documenti personali ed ecclesiali, articoli scritti da lui e su di lui in varie testate, citazioni presenti in diversi testi pubblicati, ecc.
Giovedì Santo, giovedì dell’amore ‘esagerato’ di Gesù: così lo definisce il nostro Fondatore, Guglielmo Giaquinta.
Giovedì Santo, giovedì della tenerezza fraterna e filiale, del dialogo e della comunione, della commozione e della visione, del servizio e dello stupore.
19.martā kustība Pro Sanctitate svinēja 10 gadus kopš ir atvērts kustības centrs Latvijā un 20 gadus kopš darbības sākuma Baltijas valstīs. 1996. gadā pirmās Apustuliskās Oblātes ieradās Latvijā un sāka sēt pirmās harizmas, svētuma un brālības sēklas. Kustības Pro Sanctitate locekļi no Itālijas ir piedalījušies bērnu, jauniešu un ğimeņu svētkos Latvijā ar dziļu pateicību un uzticīgu lūgšanu. Esam dziļi pateicīgi par prieku redzēt augam to pašu harizmu arī tālās zemēs. Uzticamas lūgšanas pārliecībā, ka Kunga griba sargā savu ticīgo soļus.
Daudz laimes dzimšanas dienā!
Today, on 19th March, the Pro Sanctity Moviment in Latvia celebrates 10 years of activities at the Riga Centre as well as 20 years of presence in the Baltics.
Oggi, 19 marzo, il Movimento Pro Sanctitate in Lettonia festeggia i 10 anni dell’apertura del Centro di Riga e 20 anni di presenza nei paesi baltici.
Il 14 febbraio scorso, presso la Parrocchia della Natività del Signore di Catania, il Movimento Pro Sanctiatate ha animato un ritiro spirituale rivolto a tutta la comunità. Riportiamo gli stralci più significativi dell'’intervento-testimonianza di Maria Francesca Ragusa, oblata apostolica.
"La trama della vita è intrisa di sofferenza fisica, morale e spirituale. Questo potrebbe schiacciarci in un’aridità interiore che ci allontana da Dio, oppure divenire, se l’accettiamo positivamente, uno strumento di redenzione e santificazione. Con Cristo scegliamo di dare la vita e nel dolore affermiamo: “Padre nelle tue mani affido il mio spirito”.
Saliamo sulla Croce e lasciamo che il nostro cuore impari ad amare e riposi nel Cuore di Cristo, un cuore aperto alla compassione per tutti. La nostra sofferenza sia condivisione con il dolore di tanti nostri fratelli che non sanno alzare lo sguardo al Crocifisso e perdono la speranza. Soffriamo e offriamo con loro e per loro." (Graziella Prestifilippo)
"Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario".
Le parole di Primo Levi sono ancora un monito. Il dramma della Shoah non deve essere dimenticato, deve essere narrato alle nuove generazioni.
I nostri giovani devono essere consapevoli dell'orrore di cui l'uomo può essere capace quando cade prigioniero di se stesso in un delirio di onnipotenza che può diventare contagioso e assumere una dimensione tragicamente collettiva.
Venti anni fa, il l’11 gennaio 1996 viene ucciso Giuseppe Di Matteo, avrebbe compiuto 15 anni il 19 gennaio seguente. Finisce così, atrocemente, una prigionia crudele durata 779 giorni. Il bambino che amava i cavalli termina la sua breve esistenza strangolato e poi sciolto nell’acido.
Giuseppe era stato sequestrato in un maneggio di Altofonte, in provincia di Palermo, quando aveva poco meno di 13 anni. È stato adescato da aguzzini vestiti da poliziotti, che lo avevano avvicinato facendogli credere che lo avrebbero accompagnato dal padre, Santino, lontano dalla famiglia perché sotto protezione dopo aver scelto di collaborare con i giudici nel processo per la strage di Capaci.
Riportiamo un estratto del discorso di auguri rivolto dal Vescovo Giaquinta alla sua Diocesi di Tivoli, il 31 dicembre 1976.
Parole di… Speranza, misericordia, responsabilità, fraternità.
Siamo al termine di un anno e all'inizio di uno nuovo sì è soliti in quest'occasione farsi gli auguri.
Non possiamo non pensare alle nostre famiglie e qui l'augurio non si fa più semplicemente personale, non riguarda solo ciò che ciascuno porta nel cuore ma diventa attesa di una famiglia, diventa amore, bisogno di pace, di serenità, di gioia, di felicità, diventa soprattutto bisogno di bontà, perché ogni famiglia sia un luogo in cui si vive l'amore, la comprensione, la serenità, in cui ogni situazione difficile venga composta, in cui ogni opposizione si risolva attorno all'amore della mamma. È l'augurio più normale, forse anche il più atteso, da parte di tutti voi.
Oggi siamo nel mondo della comunicazione totale, possiamo interagire in tempo reale mediante strumenti sempre più innovativi, ma tutto ciò si traduce automaticamente in un superamento delle disuguaglianze e nella costruzione di una società più equa?
La comunicazione ‘tecnologica’ si traduce in una relazione vera con l’altro?
Quali strade sono percorribili per costruire una unità che non sia omogeneizzazione?
Óscar Arnulfo Romero, fu Pastore buono, pieno di amore di Dio e vicino ai suoi fratelli, vivendo il dinamismo delle beatitudini, giunse fino al dono della sua stessa vita, in modo violento, mentre celebrava l’Eucaristia, Sacrificio dell’amore supremo, suggellando con il suo stesso sangue il Vangelo che annunciava.
Il martire, di fatto, non è qualcuno che è rimasto relegato nel passato, una bella immagine che adorna le nostre chiese e che ricordiamo con una certa nostalgia. No, il martire è un fratello, una sorella, che continua ad accompagnarci nel mistero della comunione dei santi, e che, unito a Cristo, non trascura il nostro pellegrinare terreno, le nostre sofferenze, le nostre pene.
(Papa Francesco, 30 ottobre 2015)
La recente enciclica Laudato si’ di papa Francesco sta suscitando notevole interesse e anche, per la verità, qualche velata polemica in alcuni ambienti cattolici che la ritengono troppo marcatamente orientata ad una tematica, quella ambientale, importante ma non prioritaria rispetto alle urgenze pastorali della Chiesa di oggi.
Personalmente mi sembra di poter dire che queste critiche nascano da una lettura affrettata o forse condizionata da preconcetti ideologici, perché la seconda enciclica del pontificato di Bergoglio è molto di più di un semplice testo sull’ambiente, si tratta infatti di un appassionato invito a riscoprire il senso più vero della nostra esistenza su questa terra.
Il confronto sui valori non negoziabili occupa, da oltre un ventennio, il dibattito politico italiano.
Eppure, ad un anno dalla sua elezione, nel marzo del 2014, Papa Francesco, ha fatto scendere su questo termine un velo di proibizione, con una lapidaria sentenza pronunciata nel corso della sua lunga intervista a Ferruccio De Bortoli: «Non ho mai compreso l’espressione valori non negoziabili. I valori sono valori e basta». Da allora, tutti i protagonisti dei confronti culturali e politici, si guardano bene dal pronunciare questa espressione, ma continuano a confrontarsi come prima limitandosi spesso ad utilizzare altre terminologie.
Sembra una cosa superflua la santità, ed è invece l'essenziale, il senso nascosto più vero ed autentico del nostro vivere quotidiano.
E' la sfida più affascinante e moderna: potenziare nel bene tutte le tue capacità umane, spirituali e relazionali aiutando gli altri a fare altrettanto.
Questo rivoluzionerebbe la società, più di dieci governi con relative opposizioni. Ma si sa, il Vangelo è scomodo.
Oblata Apostolica (1962 - 1995)
Se il nostro lavoro di santificazione dipendesse unicamente dalla grazia, senza la nostra corrispondenza, penso che a quest'ora saremmo tutti grandi santi con l'aureola! E invece la sapienza popolare ci insegna un'altra cosa: aiutati che Dio ti aiuta. Ma se tu non ti aiuti, Dio non ti aiuta. E se il Signore ci ha dato un organismo spirituale con la possibilità di un'azione, ci ha dato la virtù come un abito, come una potenza operativa, come una ruota che può muoversi, che può girare, che può quindi camminare, se ci ha dato le mani, non è perché ce ne stiamo con le mani in tasca a guardare la ruota, ma perché la facciamo girare! Di qui la necessità che ci mettiamo all'opera.
"La speranza"