Fiducia da precari

Hannah Lane - Crowd

La parola precario deriva dal latino “prex, precis” cioè preghiera, implorazione, supplica. Pertanto, l'aggettivo precario conferisce la qualifica di provvisorietà, di instabilità, di insicurezza propria di qualcosa o di una condizione che è concessa per favore, permessa temporaneamente dietro supplica, senza garanzia o diritto di permanenza. Una situazione che oggi è un dramma sociale e soprattutto rischia di minare la dignità della persona. Precario, provvisorio, senza sguardo al futuro...quante persone soffrono la precarietà...

Molti, troppi ormai, vivono da tempo una situazione precaria nella loro vita, e alcune volte senza alcuna prospettiva. 

Sembra quasi una contraddizione poter accostare la parola PRECARIATO a quella di PREGHIERA...

Ma, allo stesso tempo, è proprio in questa situazione di provvisorietà che ci rendiamo conto che abbiamo bisogno di un supporto, di un aiuto che può supplire alle nostre fragilità e alle nostre forze limitate. Il Santo Padre, nell’omelia alla Messa del 3 febbraio scorso, ci ha ricordato che «dobbiamo avere coraggio di andare avanti: “Corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti”». Poi dice qual è proprio il nocciolo della speranza: “tenendo fisso lo sguardo su Gesù”. «Se noi non abbiamo il nostro sguardo fisso su Gesù difficilmente possiamo avere speranza...possiamo avere ottimismo, essere positivi, ma la speranza?». Del resto, ha spiegato Francesco, «la speranza si impara soltanto guardando Gesù, contemplando Gesù; s’impara con la preghiera di contemplazione.....prendere il Vangelo, leggere e immaginarmi nella scena, immaginarmi cosa succede e parlare con Gesù, come mi viene dal cuore». 

E allora la preghiera, la nostra preghiera, quella di ogni uomo e di ogni donna che ha perso dei punti di riferimento importanti per la vita di ogni giorno, come il lavoro, la stabilità familiare, sociale, politica, è sempre una preghiera "da precario": è sempre e soltanto un'invocazione per rimanere in atteggiamento di FIDUCIA. Va anche oltre la mera speranza che qualcosa cambi, che qualcosa accada e ci trasformi la vita.

La Fiducia la troviamo in Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, che per prima si è affidata alla volontà di Dio e ha reso la sua vita un atto di affidamento a Lui.

C’è bisogno che tante cose cambino, che tante aspettative vengano finalmente realizzate...l’umanità, nelle sue grandi e piccole necessità, aspetta, attende che chi ha potere si preoccupi e si occupi di lei. Ma, in realtà, noi siamo già stati trasformati, rinnovati dall’Amore di Cristo che ci ha redenti e ha fatto nuove tutte le cose...come dice ancora il Papa: «la nostra vita cristiana si muove in quella cornice, fra memoria e speranza: memoria di tutto il cammino passato, memoria di tante grazie ricevute dal Signore; e speranza, guardando il Signore, che è l’unico che può darmi la speranza».

Dalla consapevolezza di avere Lui accanto, affidiamoci come Maria e proviamo a ripetere questa parola, FIDUCIA, perché è il Signore stesso che ha fiducia in noi. Nel nostro cuore ritroveremo la forza di affrontare anche momenti di insicurezza e di precarietà, perché Dio non delude chi spera in Lui, perché Lui ha già trovato senso alla nostra esistenza...e allora, anche se precari o ancora più che precari, fidiamoci di Lui, che saprà trasformare la nostra fiducia in pienezza di vita!!

 

14/02/2015

Enrica Padovano