Guglielmo Giaquinta nasce a Noto, in Sicilia, nel 1914. Presto si trasferisce a Roma dove, ancora fanciullo, accompagnato dai genitori che per lui desideravano una solida e rigorosa educazione, varca la soglia del Seminario Minore. Non tornerà più indietro. La sua vocazione al sacerdozio fiorirà in una fecondità non immaginata.
SEMINARISTA sempre sorridente, giovane semplice e spontaneo, si lascia formare per imparare la carità e crescere nell’amore per la Chiesa. Intelligente e dinamico, sceglie di offrire ogni suo dono per servire Dio e per Lui ogni uomo.
SACERDOTE a Roma, fra le macerie materiali e morali del secondo conflitto mondiale, guardando la croce ascolta il grido di Gesù che desidera attirare a sé ogni uomo e comprende subito che anche l’uomo ha sete di Dio; senza di Lui l’umanità si rivela misera e brutale, con Lui il mondo può rifiorire rinnovato nell’amore.
Il giovane Don Guglielmo è paziente e generoso, confidente e confessore; ha a cuore la vita, il cammino e le scelte di coloro che si rivolgono a lui. Amico della giustizia, nemico del compromesso morale, eppure sempre accogliente con l’uomo peccatore, ovunque ambasciatore di misericordia. Il suo tempo non gli appartiene, semina e coltiva i cuori con generosità, ha la certezza che il tempo della mietitura è nelle mani di Dio. Offre tutto se stesso, senza risparmiarsi nulla, custodisce gelosamente la sua unione con Dio e per questo prega molto.
VESCOVO negli anni che seguono la grande contestazione sessantottina, sapiente e operoso, mite e rivoluzionario, dosa affetto e fermezza alla luce della verità e della misericordia. Pastore attento e vigile, sceglie di camminare accanto al suo gregge. Ricordano di lui la capacità di ascoltare tutti, il coraggio di proporre percorsi nuovi, la pazienza nell’attendere i tempo di Dio. Tutto il suo ministero episcopale è speso per tessere nella Chiesa a lui affidata la trama della comunione, cerca la volontà di Dio al di sopra di ogni altra cosa. Il Vescovo Giaquinta parla continuamente di santità, di carità-servizio, di fraternità universale, non si stanca di proporre percorsi nuovi, non ha paura di prendere il largo nel mare del mondo.
FONDATORE, perché comprende che la santità è un invito rivolto a tutti, non a molti. A tutti e in ogni condizione di vita, nessuno è escluso dall’amore di Dio. Sogna un mondi santi, in cui tutti gli uomini possano vivere da fratelli. Condivide questo sogno con coloro che Dio gli mette accanto e comincia una avventura nuova, una famiglia, nella Chiesa, che insieme opera, prega e cammina per realizzare la santità e la fraternità universali. Questo ideale, già scritto a lettere cubitali nelle pagine del Vangelo, è capace di rivoluzionare il mondo: deve raggiungere ogni ambiente, penetrare nelle realtà sociali, orientare il futuro…
Il percorso terreno di questo uomo di Dio si conclude a Roma, il 15 Giugno del 1994. Provato nel corpo da una lunga malattia, rinvigorito nel cuore dall’aver condiviso col suo Signore anche il trono del dolore, lascia questa terra circondato dall’affetto e dalla vicinanza dei suoi figli e delle sue figlie spirituali, ormai sparsi in tutto il mondo. Nelle opere da Lui fondate continua la Rivoluzione dell’Amore che lui ha sempre sognato.