Tutti sperano. Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé. L’imprevedibilità del futuro, tuttavia, fa sorgere sentimenti a volte contrapposti: dalla fiducia al timore, dalla serenità allo sconforto, dalla certezza al dubbio. Incontriamo spesso persone sfiduciate, che guardano all’avvenire con scetticismo e pessimismo, come se nulla potesse offrire loro felicità. Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza.
(Papa Francesco, Spes non confundit, Bolla di indizione del Giubileo del 2025, 1)
“Tutti sperano”, afferma papa Francesco annunciando il Giubileo del 2025, coinvolgendo così, idealmente, tutta l’umanità in questo “pellegrinaggio nella speranza”. La speranza, quindi, come desiderio e attesa del bene è racchiusa nel cuore di ogni persona, ma è anche accompagnata da sentimenti contrapposti, provocati dall’incertezza e dall’imprevedibilità del futuro. Desideriamo ancorarci alla speranza, ma, allo stesso tempo, ne sperimentiamo la fragilità, che non è solo provocata dalle insicurezze personali; ci troviamo, infatti, a vivere in un tempo di crisi diffusa, dal quale ci sembra di non saper uscire.
Non possiamo uscirne da soli, ma sembra quasi che non si riesca a vedere la luce in fondo al tunnel e ogni nuova prospettiva che emerge ci pone davanti nuove preoccupazioni. Si pensi allo sviluppo tecnologico, che ci ha fatti passare dall’entusiasmo per le grandi possibilità comunicative agli sviluppi, imprevedibili e preoccupanti, dell’intelligenza artificiale e delle sue applicazioni, che sembrano pervadere ogni aspetto della vita. Anche la ricerca del benessere, personale e sociale, sembra trovarsi spesso di fronte all’impossibilità di rispondere alle attese e ai desideri di giustizia sociale, di salute, di stabilità economica, di sicurezza.
Gli uomini e le donne del nostro tempo hanno desideri grandi nel cuore, ma potranno trovare risposta a ciò che desidera il cuore?
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