“Santità, la via cristiana per essere pienamente umani”
Ecco il tema che guiderà le iniziative del Movimento nell’anno apostolico 2023/24 orma iniziato.
Definire “la santità come via cristiana” sembra superare l’antica dicotomia che vedeva la santità da una parte e l’essere cristiani dall’altra. Si pensava alla santità come ad una meta raggiungibile per pochi; piano piano si è fatta strada la consapevolezza che tutti possiamo e siamo chiamati a raggiungerla.
Ora quello che si vuole indicare è che il santo non è diverso da tutti gli altri, ma l’essere santo non è altro che la piena consapevolezza e piena attuazione dell’essere uomo. O almeno l’essere in cammino per arrivare a ciò.
Santo e uomo non sono due concetti in antitesi, non sono l’uno il completamento dell’altro, quanto piuttosto il modo di incarnare nell’oggi del mondo (l’essere pienamente umani) il desiderio che Dio ha per ciascuno di noi (“per essere santi e immacolati di fronte a Lui nella carità” Ef. 1,4).
Ci si potrebbe chiedere: in un mondo che diventa sempre più disumano ha senso parlare di santità? Noi crediamo che la santità sia la via che Gesù ci propone per essere pienamente umani. E, come ci ricorda Papa Francesco, “in realtà, fin dalle prime pagine della Bibbia è presente, in diversi modi, la chiamata alla santità. Così il Signore la proponeva ad Abramo: «Cammina davanti a me e sii integro» (G.E)
La santità illumina circa il senso della vita.
La santità è accoglienza dell’amore infinito di Dio, che sana e guarisce tutte quelle ferite che portano gli esseri umani a vivere nell’odio, nell’egoismo, nella superbia.
La santità è impegno a combattere il male con il bene, a cominciare dal proprio male.
La santità è “porgere l’altra guancia” nelle situazioni difficili, non perché si è perdenti o sottomessi, ma perché si trova la forza interiore, quella che permette di vedere l’altro non come un nemico o un avversario, ma un fratello che ha perso la strada.
La santità fa scoprire il tesoro più prezioso della vita: la presenza di Dio in tutte le cose.
La santità insegna a mettersi silenziosamente in ascolto e insegna a tacere.
La santità è fiducia nell’intima bontà dell’uomo e quindi spera sempre nel cambiamento, anche quando tutto dice il contrario.
La santità è ricerca di nuove vie per costruire ponti di comunione.
La santità rende donne e uomini capaci di entrare in relazione.
“Quale dunque il santo di oggi? In primo luogo un uomo aperto, che abbia la capacità di cogliere il pullulare di bene, di ansie, di attese, di speranze, che sappia cogliere nei movimenti che attorno nascono, fioriscono e forse muoiono, la voce implorante dello Spirito, una creatura, cioè, aperta a tutte le suggestioni dello Spirito. Secondo elemento è quello della gioia. Ormai il mondo è irretito di tristezza, di paura, di terrore, va cercando sguardi che siano pieni di serenità e di gioia: la felicità è la ricerca profonda del cuore umano. Non è possibile starsene tranquillamente a contemplare la bontà del buon Dio che abita in noi con la sua presenza trinitaria, mentre il mondo attorno crolla, sereni solo di avere con noi il Signore, disinteressandosi del resto. Questo è il santo di cui oggi il mondo ha bisogno.
Viene da chiedersi: sono io una persona di questo tipo? In caso di risposta negativa perché non dire: da oggi comincia la mia vita nuova della santità, secondo le esigenze del mondo di oggi?” (Guglielmo Giaquinta)