“Siate santi perché io sono santo” (Levitico 11,45)
È un invito che leggiamo già nell’antico testamento e che assicura profonda comunione. “Siate santi”, partecipate cioè al mio sommo splendore e questo invito non esclude nessun uomo e nessuna donna. Parte da un cuore di padre: chi infatti se non un padre fa partecipe della sua ricchezza tutti i suoi figli?
A mo’ di spigolature stralciamo alcune frasi di chi ha meditato e approfondito le sfaccettature di questo incredibile messaggio. Ci rende appassionati contemplativi leggere che “la creazione non è altro che una pallida ripetizione di quell’amore misterioso che unisce indissolubilmente il Padre, il Figlio e lo Spirito divino. Dio crea per amore, comunica cioè in qualche modo se stesso, e alle sue creature vuole dare, in quanto esse ne siano capaci, la sua presenza beatificante” (Guglielmo Giaquinta, L’amore è rivoluzione)
L’amore di Dio è così infinito che Egli manda nel mondo il suo Figlio unigenito, il quale ci ama al punto di accogliere la croce. “Ho sete”: una sete capace di generare vocazioni come quella delle Oblate Apostoliche Pro Sanctitate “dalla tua bocca riarsa, Gesù crocifisso, un’umile richiesta di acqua si indirizza ai presenti; il tuo sitio è espressione di una sofferenza senza nome, che pervade il tuo corpo dissanguato” (Guglielmo Giaquinta, Sitio)
Io sono santità, io sono bellezza. Diveniamo come Francesco d’Assisi pellegrini contemplativi, capaci come lui di camminare cantando “Ti lodiamo Padre con tutte le tue creature, che sono uscite dalla tua mano potente. Sono tue e sono colme della tua tenerezza. Laudato si’. (Papa Francesco, Laudato si’, 246). Io sono vita infinita “Hai preso forma nel seno materno di Maria, ti sei fatto parte di questa vita” (Papa Francesco 246)
Io sono vita!
Maria Mazzei