5 aprile 2020, Domenica delle Palme. A causa della pandemia di Coronavirus che ormai da mesi affligge il mondo intero, Papa Francesco ha presieduto la solenne celebrazione liturgica in una Basilica di San Pietro praticamente deserta. Una celebrazione senza processione e senza pellegrini, ma che i fedeli di tutto il mondo hanno potuto seguire in streaming da casa.
Il Papa nella sua omelia ha ricordato come Gesù per primo ci ha amati e ci ha serviti fino al punto da sacrificarsi per noi, lasciando che il nostro male si accanisse su di lui e lo portasse alla morte in croce. Il Signore ci ha serviti fino a provare il dolore peggiore che chi ama può provare, ovvero essere tradito ed essere abbandonato. Tutto questo per ricordarci come anche noi, oggi, pur vivendo un periodo difficile, di dramma e di sofferenza, in cui vediamo sgretolarsi tutte le nostre certezze e ci sembra di andare alla deriva, non dobbiamo sentirci abbandonati proprio perché, dice il Papa, c’è “Gesù che dice a ciascuno di noi: «Coraggio: apri il cuore al mio amore. Sentirai la consolazione di Dio, che ti sostiene»”.
E che cosa possiamo fare noi per non tradire questa promessa che il Signore ci ha fatto? Papa Francesco ci dà un suggerimento, ci invita a non tradire ciò per cui siamo stati creati, a non abbandonare ciò che conta davvero per le nostre vite. E aggiunge: “Siamo al mondo per amare Lui e gli altri. Il resto passa, questo rimane. Il dramma che stiamo attraversando in questo tempo ci spinge a prendere sul serio quel che è serio, a non perderci in cose di poco conto; a riscoprire che la vita non serve se non si serve. Perché la vita si misura sull’amore. Allora, in questi gironi Santi, a casa, stiamo davanti al Crocifisso, misura dell’amore di Dio per noi”. È importante in questi giorni cercare di stare in contatto con chi soffre, con chi ha più bisogno; provare per un attimo a non pensare a noi stessi, a quello che ci manca o a quello che vorremmo, e pensare invece al bene che possiamo fare.
Delle speciali parole poi sono state rivolte dal Papa direttamente ai giovani, in quella che è da 35 anni la giornata a loro dedicata: “Cari amici, guardate ai veri eroi, che in questi giorni vengono alla luce: non sono quelli che hanno fama, soldi e successo, ma quelli che danno sé stessi per servire gli altri”. Parole seguite da un invito a mettere in gioco la nostra vita, a non avere paura di spenderla per Dio e per gli altri: in questo modo la nostra vita non sarà spesa, ma solo guadagnata, “perché la gioia più grande è dire di sì all’amore, senza se e senza ma. Come ha fatto Gesù per noi”.
Nel corso di questa celebrazione, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, sarebbe dovuto avvenire il passaggio della Croce dai giovani di Panama a quelli di Lisbona (città che ospiterà l’incontro internazionale dei giovani cattolici nel 2022). Questo simbolico passaggio del testimone è stato rimandato al 22 novembre, domenica di Cristo Re; in questo tempo di attesa, Papa Francesco ci esorta “a coltivare e testimoniare la speranza, la generosità, la solidarietà di cui tutti abbiamo bisogno in questo tempo difficile”.
Claudia Torrisi