«Un girasole per te»: siamo tutti chiamati alla santità

Nell’odierna Giornata della Santificazione Universale, i girasoli del Movimento Pro Sanctitate porteranno aria di festa nelle piazze italiane. Tutti invitati ad assaggiare il biscotto a forma del fiore e condividere l’annuncio della santità. nella vita quotidiana.

 

Roberta Gisotti – Città del Vaticano

 

“Prendi un girasole, fai un gesto di fraternità concreta, condividi il sogno di una rivoluzione”. E’ l’invito che il Movimento Pro Sanctitate, promotore della Giornata delle Santificazione Universale, celebrata dalla Chiesa in tutto il mondo, rivolge oggi alle persone di ogni età, che incontrerà nelle piazze italiane di numerose diocesi, che hanno aderito all’iniziativa.

 

 Guglielmo Giaquinta: la rivoluzione dell’Amore

 

La Giornata delle Santificazione Universale è nata infatti nel 1957 da un’idea del fondatore del Movimento, il Servo di Dio Guglielmo Giaquinta, di origine siciliana, giovane seminarista e sacerdote a Roma negli anni della seconda guerra mondiale e della ricostruzione materiale e morale dopo quell’evento tragico. Mons. Giaquinta, divenuto vescovo ha lasciato alla sua morte, nel 1994, una ricca eredità che porta frutti attraverso il Movimento presente oggi oltre che in Italia, negli Stati Uniti, in India e in Lettonia.

 

Ma cosa significa santificare la propria vita? Davvero si può essere santi senza compiere gesti eccezionali? Sicuramente sì, spiega Giulia Sergiacomo del Movimento Pro Sanctitate.

 

R. – La santità può non assumere affatto tinte eccezionali e può essere fatta veramente di gesti di estrema quotidianità, di estrema normalità, perché la santità abita dentro l’amore che ognuno di noi può porre nei gesti, nelle scelte, nelle relazioni. È una santità anche fatta di tanti errori; non è una santità perfetta sul nascere, ma è la santità di chi si riconosce amico di Dio e sa che non è già perfetto ma assolutamente ha bisogno di Lui. Quindi sì, ci può essere una santità ordinaria che davvero è alla portata di tutti, di tutti quelli che desiderano vivere una vita secondo il Vangelo.

 

Prendere un girasole in questa giornata, cosa può voler dire? Voi sottolineate “Condividi il sogno di una rivoluzione”, quindi è comunque un gesto importante

 

R. - Diciamo prima che cosa significa ‘offrire’ un girasole. Il girasole è un fiore che si rivolge sempre al sole, che è Dio per noi. Nel giorno del 1° novembre questo fiore diventa un biscotto. Il dolce ci richiama innanzi tutto alla festa. Non possiamo negare che il 1° novembre - che è rosso sul calendario e per molti è anche giornata festiva - non richiama più alla ricorrenza di Tutti Santi, ma diventa semplicemente una giornata di non lavoro. La festa è qualcosa di più: è la festa di santità. Il girasole null’altro è che un modo per incontrare le persone sulle piazze, nelle strade, nella loro quotidianità e per ricordare che quello è un giorno speciale. L’iniziativa “Un girasole per te” nasce con l’intenzione diffusiva della Giornata della santificazione universale, al fine di incontrare quelli che in chiesa non ci sono, perché il Movimento Pro Sanctitate in questa Giornata propone anche tante iniziative spirituali e liturgiche, volte davvero a riflettere sul significato più profondo della santità. Ma quando il vescovo Giaquinta, il fondatore del Movimento Pro Sanctitate ha pensato a questa giornata – più di 60 anni fa – lo ha fatto con l’intento di raggiungere tutti. Quindi noi del Movimento ci siamo detti: “Ma come possiamo raggiungere tutti?”. Abbiamo allora deciso di tentare un’altra iniziativa che accomuni - questa è la terza edizione consecutiva di “Un girasole per te” - ed abbiamo pensato ad andare nelle piazze ad offrire questo girasole e a devolvere le offerte che le persone faranno a riscatto di questo biscotto per iniziative di solidarietà nel territorio. Quindi non è una raccolta fondi, ma un modo per condividere concretamente con qualcun’altro il ricavato di questa iniziativa. È un primo passo anche per condividere questa Giornata con altre realtà della Chiesa o non necessariamente ecclesiali e quindi in qualche modo per metterci a camminare insieme. È un modo per condividere questo giorno di festa in cui Dio ci ricorda che tutti possiamo essere santi e che ci può essere un mondo in cui tutti possano vivere da fratelli.

 

fonte: vaticannews.va

 

 

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Giulia Sergiacomo al microfono di Roberta Gisotti per Radio Vaticana
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