“Il compito del moderno educatore non è di disboscare giungle, ma di irrigare deserti”.
Questa citazione di Lewis mi ha risuonato nella testa per tutto il weekend di formazione trascorso a Roma dal 3 al 5 maggio con un gruppo di ragazzi universitari del Movimento. Lo scopo di queste giornate era proprio quello di iniziare a formarci come educatori ed animatori per le prossime esperienze (in primis quella che si terrà a Monreale a fine luglio con i ragazzi delle superiori). Essere educatori Pro Sanctitate non è una cosa semplice: è necessario infatti aver già maturato e aver fatto propri certi messaggi ed ideali, quegli stessi ideali che stanno alla base del Movimento.
Se ora noi giovani universitari ci troviamo a questo punto del nostro cammino di formazione è anche grazie agli educatori che per primi si sono messi al nostro servizio, che ci hanno accompagnati in tutti questi anni. Dal loro esempio e da queste giornate di formazione abbiamo capito quali caratteristiche debba avere un buon animatore: egli deve infatti essere una guida, un riferimento, deve essere capace di vedere oltre le apparenze e prendersi cura delle persone che gli vengono affidate. È bello per noi giovani avere la possibilità di mettere a servizio degli altri ciò di cui abbiamo fatto tesoro: in questo modo possiamo continuare a maturare nel nostro percorso e allo stesso tempo provare a trasmettere quell’ideale di fraternità con il quale siamo cresciuti.
Alla base di tutte queste caratteristiche si trova l’ottimismo antropologico, ovvero quella capacità di essere comprensivi e ottimisti verso le altre persone, di saper aspettare e portare pazienza fino a quando i frutti non iniziano a germogliare. Come diceva Padre Guglielmo, si tratta di un “senso di ottimismo soprannaturale”: siamo ottimisti perché crediamo all’azione di Dio e alla sua universale chiamata alla santità. L’educatore Pro Sanctitate deve quindi avere la capacità di valorizzare tutto ciò che di positivo si trova nelle persone e aiutarle a formare la propria coscienza attraverso la ricerca, il discernimento e l’educazione alla vita interiore.
A conclusione di questo stage formativo, abbiamo anche steso il “Decalogo del buon educatore Pro Sanctitate”:
1) Essere OTTIMISTA (ma sempre in modo realista)
2) Essere AUTENTICO
3) Avere FIDUCIA (in sé stesso, nell’altro e in Dio)
4) Essere EMPATICO
5) Essere PRO-SOCIALE (non essere aggressivo né lassista ma fraterno e collaborativo)
6) Essere UMILE (non pensare mai di essere arrivato ma essere consapevole che il cammino continua)
7) Essere COMPETENTE (formarsi e fare propri i messaggi che si vogliono trasmettere agli altri)
8) Essere CREATIVO
9) Essere GIOIOSO
10)ASPIRARE ALLA SANTITA’
Claudia Torrisi