Nella mattina del 25 marzo, Papa Francesco è arrivato a Loreto accolto dall’arcivescovo Monsignor Dal Cin, dal sindaco e dalle altre autorità locali e si è recato al santuario della Santa Casa di Loreto.
In occasione della solennità dell’Annunciazione, il Santo Padre si è recato a Loreto anche per firmare e affidare così alla Madonna l’esortazione apostolica post sinodale dedicata ai giovani. Nel suo discorso davanti ai fedeli, Papa Francesco ha sottolineato che “la casa di Maria è anche la casa della famiglia”, ricollegandosi così ad una tematica molto delicata ma allo stesso tempo fondamentale nel mondo odierno. Oggi infatti “la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna assume un’importanza e una missione essenziali. È necessario riscoprire il disegno tracciato da Dio per la famiglia, per ribadirne la grandezza e l’insostituibilità a servizio della vita e della società”, ha detto il Papa.
Lì, davanti a Maria, ogni famiglia trova accoglienza e incoraggiamento a vivere la propria identità esattamente come la Vergine che, nella Santa Casa di Nazaret, ha vissuto come figlia, fidanzata, moglie e come madre. Ancora una volta, questo significa che i giovani e la famiglia non possono essere visti come entità a sé, non possono essere considerati come due binari che non si incontrano mai, anzi: bisogna camminare uniti, perché ciò che i giovani diventano è strettamente collegato a ciò che le famiglie insegano loro durante la crescita.
L’esortazione apostolica, scritta a conclusione del sinodo sui giovani di ottobre, si intitola “Christus vivit” (Cristo vive) e sarà presentata il 2 aprile. Si tratta proprio di un invito ai giovani a vivere come ha vissuto Cristo stesso e inizia con queste parole: “Vive Cristo, speranza nostra, e Lui è la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, si fa giovane, si riempie di vita. Allora, le prime parole che disidero rivolgere a ogni giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo!”
Al termine della celebrazione, Papa Francesco ha spiegato come il Santuario (anche grazie alla sua centralità geografica nella penisola) possa essere destinato a diventare un luogo di incontro dei giovani e della famiglia; per questo motivo il pontefice ha anche chiesto che venga esteso l’orario di apertura sia della Basilica che della Santa Casa, in modo da permettere ai giovani di recarsi sul luogo a pregare.
Così come Maria nella Santa Casa ha detto il suo “sì”, così facciano anche i giovani, rendendosi apostoli in questo millennio e nel futuro con sapienza, umiltà, coraggio, semplicità e generosità.
Claudia Torrisi