Collateral Beauty

“Amore, tempo e morte. Queste tre cose mettono in contatto ogni singolo essere umano sulla Terra: desideriamo l’Amore, vorremmo avere più Tempo, temiamo la Morte”. Attorno a tali tre tematiche ruota questo film del 2016 che vede come protagonista Will Smith, già famoso per altri ruoli profondi ed emozionanti come in Sette anime o La ricerca della felicità.

Howard è un pubblicitario di New York che dopo aver perso tragicamente la figlia di sei anni cade in una profonda depressione: si rifiuta di accettare la realtà, si isola, ignora il suo lavoro e si separa dalla moglie. Ed è in questo momento di rabbia verso l’universo intero che Howard decide di scrivere delle lettere di sfida proprio ad Amore, Tempo e Morte. Passano gli anni, Howard continua a scrivere lettere e si ostina a non voler riprendere in mano la sua vita fino al punto da mandare in crisi l’agenzia pubblicitaria. Intervengono a questo punto i suoi amici, che in un disperato tentativo di riportare Howard alla realtà decidono di ingaggiare tre attori per impersonare proprio quei Tempo, Amore e Morte che ormai ossessionano la vita dell’amico.

 

Le tre personificazioni sembrano ricordare i tre Spiriti del Tempo Passato, Presente e Futuro che accompagnano il vecchio Scrooge nel suo viaggio interiore nel famoso romanzo di Dickens Il canto di Natale. Come gli Spiriti di Scrooge, infatti, anche Amore, Tempo e Morte accompagnano Howard in un percorso che è tutto interiore, nella mente e nel cuore di un uomo che ha bisogno di ricominciare a vivere e specialmente di accettare la realtà della vita. Con l’intenzione di smuoverlo, dunque, i tre attori colloquiano con lui e lo portano a riflettere: chi riesce a lasciarlo senza parole è per primo Amore, mettendolo di fronte al fatto che non può continuare a chiudersi all’Amore perché l’Amore è ovunque e non si può vivere senza di esso.

 

Questo film arriva al cuore, permette di entrare in contatto con una tematica forte e dolorosa, pone davanti ad interrogativi ai quali trovare una risposta è quasi impossibile; fa riflettere sulla necessità di chiedere aiuto, specialmente quando il carico sul cuore è troppo pesante per essere portato da soli.

Il messaggio di base riguarda proprio la vita, la bellezza della vita: quella bellezza collaterale che dà il titolo al film. Detta così potrebbe sembrare strana e difficile da comprendere, ma alla fine questa bellezza collaterale non è altro che il piccolo e talvolta nascosto splendore delle cose, l’attrazione di un gesto inatteso, la luce che si irradia da un incontro, un luogo, una persona; tutti piccoli segni che, se notati e dotati del giusto valore, possono riportare alla vita.

“La cosa importante è cogliere la bellezza collaterale, che è il legame profondo con tutte le cose”.

 

 

Claudia Torrisi