Questa mattina, nell'aula Paolo VI, il Santo Padre ha incontrato i partecipanti alla 68.ma settimana liturgica nazionale.
Dalle sue parole, sempre appassionate ed esigenti, l'invito rinnovato alla conversione interiore, all'inclusione, all'accoglienza della diversità...
Riportiamo nel seguito alcuni stralci del discorso.
Questo arco di tempo è un periodo in cui, nella storia della Chiesa e, in particolare, nella storia della liturgia, sono accaduti eventi sostanziali e non superficiali. [...]
Sono due eventi direttamente legati, il Concilio e la riforma, non fioriti improvvisamente ma a lungo preparati. Lo testimonia quello che fu chiamato movimento liturgico, e le risposte date dai Sommi Pontefici ai disagi percepiti nella preghiera ecclesiale; quando si avverte un bisogno, anche se non è immediata la soluzione, c’è la necessità di mettersi in moto.[...]
La liturgia è “viva” in ragione della presenza viva di Colui che «morendo ha distrutto la morte e risorgendo ha ridato a noi la vita» (Prefazio pasquale I). Senza la presenza reale del mistero di Cristo, non vi è nessuna vitalità liturgica. Come senza battito cardiaco non c’è vita umana, così senza il cuore pulsante di Cristo non esiste azione liturgica. [...]
La liturgia è vita per l’intero popolo della Chiesa. Per sua natura la liturgia è infatti “popolare” e non clericale, essendo – come insegna l’etimologia – un’azione per il popolo, ma anche del popolo. [...] La Chiesa in preghiera raccoglie tutti coloro che hanno il cuore in ascolto del Vangelo, senza scartare nessuno: sono convocati piccoli e grandi, ricchi e poveri, fanciulli e anziani, sani e malati, giusti e peccatori. Ad immagine della “moltitudine immensa” che celebra la liturgia nel santuario del cielo (cfr Ap 7,9), l’assemblea liturgica supera, in Cristo, ogni confine di età, razza, lingua e nazione. La portata “popolare” della liturgia ci ricorda che essa è inclusiva e non esclusiva, fautrice di comunione con tutti senza tuttavia omologare, poiché chiama ciascuno, con la sua vocazione e originalità, a contribuire nell’edificare il corpo di Cristo. [...]
La liturgia è vita e non un’idea da capire. Porta infatti a vivere un’esperienza iniziatica, ossia trasformativa del modo di pensare e di comportarsi, e non ad arricchire il proprio bagaglio di idee su Dio. Il culto liturgico «non è anzitutto una dottrina da comprendere, o un rito da compiere; è naturalmente anche questo ma in un’altra maniera, è essenzialmente diverso: è una sorgente di vita e di luce per il nostro cammino di fede»[...]
La Chiesa è davvero viva se, formando un solo essere vivente con Cristo, è portatrice di vita, è materna, è missionaria, esce incontro al prossimo, sollecita di servire senza inseguire poteri mondani che la rendono sterile. [..]
Infine, non possiamo dimenticare che la ricchezza della Chiesa in preghiera in quanto “cattolica” va oltre il Rito Romano, che, pur essendo il più esteso, non è il solo. L’armonia delle tradizioni rituali, d’Oriente e d’Occidente, per il soffio del medesimo Spirito dà voce all’unica Chiesa orante per Cristo, con Cristo e in Cristo, a gloria del Padre e per la salvezza del mondo.
Papa Francesco - 24 agosto 2017 - leggi il Discorso integrale