Esperienza di riscatto con i giovani del carcere Minorile Malaspina di Palermo.
Terzo incontro, il 7 maggio 2017, della serie “Testimoni di Speranza nella città”. Conversazione con chi, nella nostra Palermo, fa qualcosa per far germogliare Semi di Speranza.
Che ci fanno nella sede del Movimento Pro Sanctitate di Palermo, in un pomeriggio di una domenica di maggio, lo chef Giovanni Catalano, pastry chef della rinomata Pasticceria Oscar di Palermo, una assistente Sociale, Lucia Lauro, e il direttore del Carcere dei minori Malaspina di Palermo, Michelangelo Capitano ?
L’uditorio si è sentito all'inizio un po' spiazzato e intimorito da tali presenze.
Ma quando costoro hanno cominciato a raccontare la storia di questo progetto "cotti in fragranza", l'immediatezza e la semplicità con cui ci hanno parlato ha sciolto le nostre riserve e ha fatto subito l'orecchio, ma anche il cuore, attento.
Il tutto nasce cinque anni fa , quando Giovanni comincia a collaborare con un ente regionale e, nel suo giorno di libertà, si reca al carcere Minorile Malaspina per dare lezioni di pasticceria.
Da qui nasce l'idea di creare un biscottificio dentro il carcere.
Il carcere minorile ha in carico detenuti dai 14 ai 25 anni, finché sono a disposizione dell'autorità
Un direttore illuminato, Michelangelo Capitano, vuole insegnare ai suoi ragazzi il “sacrificio del lavoro”, il rispetto per l’impegno preso.
Lucia Lauro ci racconta (e si racconta) l'importanza del gesto quotidiano che insegni a questi ragazzini che si può cambiare, si può provare ad essere altri rispetto a ciò che hanno fatto loro credere gli ambienti di provenienza.
Dare loro uno stipendio vuol dire insegnare il valore del guadagno e del denaro: in pasticceria guadagnano in un mese ciò che “fuori” guadagnavano in un giorno!
Tante persone si sono messe in gioco per offrire concretamente a questi ragazzi la possibilità di un riscatto. Queste persone hanno affrontato e superato difficoltà che spesso le norme, i regolamenti fanno diventare insormontabili: permessi, autorizzazioni…
A Luglio 2016 il biscottificio è stato inaugurato e già a dicembre erano stati venduti 3000 Kg di biscotti in tutta Italia.
Giovanni, Lucia e Michelangelo ci hanno fatto capire cosa significa concretamente “prendersi cura”, dare senso e valore all’altro guardando la sua umanità ferita, farsene carico e riconoscere in lui la dignità che la detenzione, o la droga, o la disabilità, o l’emarginazione hanno strappato via. E con loro tante persone impegnate in questo progetto, tra tutte Nadia e lo Chef Nicola.
Mi ha tanto colpito un pensiero di Lucia: “ Vi voglio narrare un racconto di speranza, dare voce ad una voce che non può essere ascoltata, perché la detenzione rende muti al mondo”
A loro abbiamo chiesto di raccontare ai ragazzi di questo pomeriggio, di complimentarci per gli ottimi biscotti che abbiamo potuto assaggiare….coltivando nel cuore la speranza di poterli incontrare.
Così Vincenzo di Garbo, un amico presente all’incontro, sintetizza il vissuto di un pomeriggio di profonda riflessione:
Da "Colti in flagrante" a "Cotti in fragranza" è questa la metamorfosi di alcuni ragazzi del carcere minorile Malaspina che con l'aiuto di tante persone di buona volontà (chef, assistenti sociali, il direttore del carcere) sono riusciti a realizzare un biscottificio all'interno del carcere, superando mille ostacoli burocratici ma soprattutto lavorando con impegno e professionalità e condividendo scelte e responsabilità.
Il direttore del carcere ha sottolineato che questi ragazzi per crescere hanno bisogno di credere in se stessi e soprattutto di pari opportunità, non di assistenzialismo.
Infatti il significativo slogan da loro stessi creato per propagandare i loro biscotti "Se non li gusti non li puoi giudicare", riesce a far cadere ogni possibile pregiudizio nei loro confronti.
I semi della speranza germogliano anche nei deserti che appaiono più aridi...
Per saperne di più ma anche per acquistarli: www.cottiinfragranza.com
Santina Mitra