Il sabato di primavera 1 aprile si è svolto, presso i locali della Parrocchia “Protomartiri”, un incontro molto molto speciale con una Persona veramente “interessante”: Erica Bassi. L’occasione dell’incontro, in occasione della pubblicazione del suo libro La porta gialla, ci è stata offerta dalla nostra associata Paola Procaccini che ha immediatamente colto il grande valore che poteva avere la testimonianza di Erica per tutti noi. L’incontro fra l’autrice ed il numeroso pubblico, associati del Movimento, amici e giornalisti, si è svolto in un bel clima di curiosità per l’esperienza narrataci e di ammirazione per come la situazione vissuta da Erica e dalla sua famiglia rappresenti un “seme di speranza” che si inserisce perfettamente nel cammino che il Movimento ci ha proposto questo anno. Infatti, non è così scontato che uscendo da una malattia come un tumore, si abbia la voglia ed il coraggio di raccontarsi, di condividere le battaglie quotidiane contro la malattia, di riuscire a dare speranza per una guarigione.
Perché di Erica ho scritto Persona? Ma perché difficilmente si ha modo di incontrare persone in cui lo spirito ed il corpo riescono a dialogare alla luce di una fede profonda: ecco, Erica è riuscita a trasmetterci la sua profondissima umanità sostenuta da uno spirito fortissimo basato sull’abbandono più completo alla volontà di Dio. Molti aspetti della sua malattia e di come l’abbia sconfitta hanno suscitato in tutti i presenti molte domande: Erica è riuscita con una soavità invidiabile a rispondere a tutto, ai dubbi, ai chiarimenti , alle spiegazioni su come tutta la sua famiglia abbia affrontato “compatta” l’emergenza della malattia grave.
Il dialogo è stato facile anche perché il moderatore, il giornalista di Radio Vaticana, Stefano Leszczynski, si è posto fra l’autrice ed il pubblico con una delicatezza assoluta, rispettando la genuinità della testimonianza di Erica e la sua assoluta sincerità. Vorrei ancora sottolineare, in particolare, alcuni aspetti che mi hanno molto colpito e che spero possano essere uno spunto di riflessione per tutti coloro che leggeranno questo libro così autentico, ma non sdolcinato, né pretenzioso.
Per prima cosa l’atteggiamento dell’autrice di fronte alla notizia della malattia, meglio del tipo di malattia: Erica non pensa a sé, a cosa andrà incontro, ma subito ai suoi figli, alla sua famiglia; poi, valutando quanto sia importante il suo ruolo di moglie e di madre, riesce a far sì che il suo corpo “obbedisca” alle cure, anche se con tremendi sacrifici, quindi acquistando una consapevolezza che prima della malattia non aveva.
Non è facile al giorno d’oggi, comportarsi così, avere del proprio ruolo di donna e di persona, una considerazione così alta: troppo spesso la donna è un oggetto da manipolare, offendere o distruggere.
Qual è il valore aggiunto alla lotta che Erica ha intrapreso, suo malgrado, e vinto con forza verso la malattia? Certamente la sua incrollabile fede, vissuta come componente viva in una coppia e in una famiglia, la sua capacità di rimettere tutto nelle mani di Dio, di rispettare il Suo progetto, pur non comprendendolo.
Nella storia di Erica hanno giocato un ruolo fondamentale il marito ed i figli, dolcissimi ed attenti alla sua sensibilità acuita dalla malattia, ma tenaci nell’assisterla nel suo percorso di guarigione.
La testimonianza del cristiano oggi è anche questo: credere nella famiglia, affrontare uniti fra coniugi le difficoltà, testimoniare che Lui ci dà la forza. La sensazione piacevolissima che abbiamo avuto tutti alla fine della “chiacchierata”, possiamo dire così, con Erica è stata quella di aver ricevuto da una Persona speciale, un pizzico di speranza in più, una positività fatta di gesti quotidiani, ma coraggiosi, insomma, un segno che Lui c’è e ci guida: dobbiamo solo avere il coraggio di fidarci e di affidarci.
Mariella Bersani
30 marzo 2017- Radio Vaticana - Erica Bassi al Microfono di Stefano Leszczynsk