Andrea Caschetto è un ragazzo di 26 ed è siciliano, di Ragusa per la precisione; non viene riconosciuto dal padre e cresce con la mamma, ma quando aveva solo 15 anni un tumore inizia a farsi largo nel suo cervello tanto da richiedere un’operazione pericolosa e invasiva.
L’intervento va bene e le cure funzionano ma rimangono alcuni disturbi collaterali: difficoltà di concentrazione e assenza di memoria. Andrea non riesce più a ricordare cosa fa, quello che dice, quello che studia e ciò comporta il forzato abbandono del programma di un ragazzino che sognava di studiare e di diventare magistrato…
Può sembrare la trama di un romanzo e invece è la vera storia di un ragazzo che ha deciso di non arrendersi di fronte alla sua Memoria Zero ma di trovare un’altra via per ricordare.
Questa via si presenta in occasione di un viaggio in sud Africa dove Andrea si reca per via di un progetto di beneficenza conosciuto attraverso il suo liceo. Qui entra a contatto con tanti bambini e tante realtà difficili e diverse rispetto alla sua quotidianità ma la cosa più incredibile è che al suo ritorno a casa ricordava tutto ciò che aveva visto, fatto, provato…
Non si tratta semplicemente di una memoria visiva ma piuttosto di una memoria fatta di emozioni e sentimenti.
Contro tutti coloro che lo avevano già condannato ad una vita sedentaria e tranquilla, Andrea decide di partire, prendere uno zaino, un naso rosso da clown e di iniziare un viaggio che dal 2015 l’ha portato a toccare più di 10 stati nel mondo, conoscendo bambini di tutte le razze, di tutte le età, di tutti i colori con un solo scopo: portare amore, gioia, gioco e specialmente il sorriso!
“Donare il sorriso ai bambini. Poca cosa, ma può servire:
il sorriso è un’arma micidiale!”
Andrea ha trovato il modo di legare il ricordo alle emozioni e tutto quello che ha visto, che ha provato, le esperienze che ha vissuto, le storie dei bambini che ha incontrato, sono racchiusi in un libro intitolato Dove nasce l’arcobaleno. È un racconto coinvolgente, emotivo, emozionante, a tratti triste per le storie che racconta, ma anche pieno di energia e di una gioia contagiosa che ti porta a sorridere da solo mentre leggi.
Io questo giovane autore l’ho incontrato a Milano durante la presentazione del suo libro e il suo modo di raccontare, i suoi occhi, la maniera in cui sorride quando ripensa al suo giro negli orfanotrofi del mondo mi hanno conquistata, mi hanno ricordato quanto basti poco per portare un barlume di felicità nella vita di un bambino.
Andrea Caschetto non si definisce ateo ma non si può neanche considerare un fervente frequentatore della Chiesa. Da lui però ho sentito una delle definizioni di Dio più semplici, belle e sincere che si possano sentire da un uomo alla ricerca di Qualcosa di più, alla ricerca di Qualcuno che si fa fatica a ritrovare nella quotidianità:
“ […] e poi i piedi, il senso del viaggio. I piedi sono mistici, ricordano i pellegrini
che attraversano i continenti per trovare il loro Dio.
Io li adopero per raggiungere i bambini, ed è nei loro occhi che lo vedo, il mio Dio.
L’ho cercato a lungo e finalmente l’ho trovato”. (A. Caschetto)
Claudia Torrisi