Era sera, quel martedì 13 marzo del 2013.
Tutta il mondo era in attesa di conoscere il nome del Pastore che avrebbe percorso il solco scavato dall'umiltà e dalla determinazione di un uomo anziano, intelligente, ricco di fede e di amore di nome Joseph Aloisius Ratzinger.
Papa Benedetto aveva rinunciato richiamando tutto il popolo di Dio a vivere una orfanezza riflessiva, capace di interrogativi profondi, di onestà intellettuale, di coraggio di scelte audaci. Con il suo gesto aveva fatto tremare la terra.
I questo contesto, quella sera di quattro anni fa, tutto il mondo era incollato agli schermi della TV, ai monitor dei PC. Era la prima fumata bianca dell'era multimediale.
La malattia di Parkinson rallenta le parole del cardinale protodiacono Jean-Louis Pierre Tauran, ma i tratti suo volto anticipano la gioia e l'emozione poi proclamata con le formule di rito:
«Annuntio vobis gaudium magnum;
habemus Papam:
Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum,
Dominum Giorgium Marium
Sanctæ Romanæ Ecclesiæ Cardinalem Bergoglio,
qui sibi nomen imposuit Franciscum.»
Fra le locuzioni latine a cui siamo poco abituati, tutti cercano di carpire le generalità del 265° successore di Pietro.
Il nome non è fra quelli più quotati dai bookmakers, è sconosciuto ai più. Tutti sono pronti a cliccare sullo smartphone perché prima che appaia in mondo visione, Giorge Mario abbia un volto.
Ma lui non si fa attendere. Si affaccia alla loggia sorridente. Non porta in se l'espressione del potere, piuttosto lascia intravedere tutto il carico della responsabilità.
«Fratelli e sorelle...buonasera...il dovere del Conclave è di dare un Vescovo a Roma...sembra che i miei fratelli cardinali sono andati apprenderlo quasi alla fine del mondo...ma siamo qui!»
Inizia così, con parole semplici e spontanee, il papato della misericordia...
Questo anniversario porta con se 4 anni rivoluzionari ed esigenti, un papato aperto ai peccatori e nemico del peccato. Una Chiesa chiamata ad uscire, a superare ogni frontiera e, nel contempo, a rimanere radicata nel cuore del Vangelo.
Il più affettuoso e filiale augurio del Movimento Pro Sanctitate a Papa Francesco, si esprime attraverso la preghiera sincera che desidera accompagnare il suo Servizio e una adesione fedele, autentica e coraggiosa alla sua missione.