Il Centro Operativo di Salerno, nell’ambito dei cinque incontri previsti per il suo cammino di consolidamento e crescita, si è incontrato il pomeriggio di domenica, 19 Febbraio per il secondo appuntamento di relax spirituale...SI! Di vero, puro, profondo e rinvigorente relax spirituale! Che gioia incontrarsi! Che gioia fermarsi a riflettere con le parole del Signore.
A guidarci in questo pomeriggio/serata è stata la nostra cara sorella oblata Teresa Carboni, che ci trasmette ogni volta la bellezza di far parte della grande famiglia Pro Sanctitate e che ci accompagna nelle riflessioni.
Il tema di questo incontro è stato la Speranza. Abbiamo invocato lo Spirito Santo e ci siamo poi addentrati nella lettura del Vangelo di Giovanni che racconta della donna adultera. Perché la proposta di questo Vangelo?
Perché per giungere al relax interiore non possiamo ignorare la nostra posizione di partenza: tutti siamo in difficoltà davanti a Dio, tutti abbiamo dei limiti, tutti siamo peccatori...Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Bisogna ripartire da noi per tentare di mettere in relax spirituale ogni parte di noi. Partiamo dal cuore di ciascuno di noi, perché è questo cuore che Gesù vuole incontrare, amare, salvare, santificare.
Papa Francesco, del quale abbiamo letto uno stralcio dell’Omelia della Messa celebrata a Santa Marta il 7 aprile 2014, ci dice che Gesù ci perdona accarezzandoci. Tale affermazione ci riporta al discorso “della luna” di Papa Giovanni XIII.. Tornando a casa, troverete i bambini; date una carezza ai vostri bambini e dite: Questa è la carezza del Papa.
Carezza è poco più di una parola, se consideriamo questo semplice gesto come un'abituale manifestazione affettiva, ma grandi sono i suoi significati. A volta una carezza dice più di tante parole. La carezza è segno del perdono, dell’amore, della presenza e allora lasciamoci accarezzare da Gesù, Padre buono.
C’è ancora una speranza? Da un punto di vista umano prevale la logica negativa della storia che sembra, dunque, non ammettere una risposta affermativa; sul piano della fede dobbiamo invece credere che deve esserci una speranza. Così ci dice Monsignor Giaquinta, nei suoi scritti: se non ci fosse dovremmo diventare noi stessi speranza per i fratelli, dandoci quindi una sferzata di grande responsabilità.
C’è una consolazione che il Signore ci vuole dare.
La canzone “Rinascimento” di Bella - Morandi, ci ha aiutato a riflettere ancora sulla speranza e ciascuno a turno è stato invitato a dire ad alta voce la frase che maggiormente l’avesse colpito.
Dopo tanto parlare c’era bisogno però dell’incontro con Gesù Eucaristia. Siamo andati in Cappellina, davanti a Gesù abbiamo pregato Sua mamma Maria che ci ha insegnato a dire “eccomi”, “grazie”, “manda me” ..e ci siamo affidati a Lei con le litanie spontanee.
L’ultima parte dell’incontro è stata dedicata al nostro riflettere in piccoli gruppi sul leitmotiv: c’è ancora una speranza? Momenti questi, sempre belli di crescita e accoglimento fraterno.
Della speranza concedici la certezza: con queste parole, che recitiamo nella preghiera Gesù Divino Maestro, ci siamo accompagnati a vicenda a vivere la Festa della Madonna della Fiducia, celebrata sabato 25 Febbraio.
Daniela Ingino