Se il 2016 ha lasciato molti con un senso di vertigine e smarrimento, causato da una serie di eventi che si credeva improbabili (il voto nel Regno Unito, la vittoria di Trump) o che era impossibile prevedere (il terremoto in Italia, uno su tutti), il 2017 si presenta con una serie di appuntamenti che, benché noti, rischiano di mettere ancora una volta alla prova il nostro senso della storia, se non addirittura quello del bene e del male.
Volendo restare in Europa, Regno Unito, Francia e Germania occuperanno il centro della scena. Il discorso recente del Primo Ministro Theresa May (fai click per leggerlo) per quanto doloroso (almeno per coloro che hanno creduto nella centralità del modello britannico nella definizione dell'identità europea) rimarrà probabilmente uno degli atti politici del secolo, non solo per la questione Brexit, ma per l'effetto a catena che provocherà, a partire dallo stesso Regno Unito. Che ne sarà della Scozia e dell'Irlanda del Nord? Come reagirà l'Europa ad un eventuale richiesta di adesione da parte di Scozia ed Irlanda del Nord? Vincerà la paura di facilitare la scissione di altre regioni (Catalogna, Paesi Baschi, Fiandre, Wallonia, Nord- Italia)?
Il discorso della May è comunque da leggere. Io l'ho trovato bellissimo, pura espressione dello spirito britannico, aperto, fiero e pragmatico. Un certo senso di tragedia shakespeariano, almeno per una parte del pubblico (la mia), tuttavia incombe. Ci troviamo di fronte ad eventi capitali che richiedono virtù e coraggio. Theresa May ne è cosciente ed il suo discorso, rassicurante ed equilibrato, non cela la dimensione storica di quanto sta per accadere. Certo, gli appelli accorati all'Europa di rimanere disponibile per un accordo equo con il Regno Unito possono sembrare ipocriti ma credo abbia ragione. Per quanto il Brexit sia innanzitutto un problema britannico, l'Europa dovrà essere all'altezza
dell'importanza delle negoziazioni; senza cadere in tranelli tecnici, dovrà saper definire una posizione di alto livello che sappia non solo vincere punti con Londra ma, cosa più importante, vincere i cuori e le menti dei cittadini europei. Michel Barnier, negoziatore capo dell'Unione Europea, ha un compito davvero immane davanti a sé (vedi https://fr.wikipedia.org/wiki/Michel_Barnier). Ma non sarà un gioco a due. Molte altre istituzioni avranno un ruolo chiave a partire dal Parlamento Europeo, dove Antonio Tajani è stato appena eletto Presidente (http://www.europarl.europa.eu/meps/en/2187/ANTONIO_TAJANI_home.html )
Se marzo sarà il mese dell'inizio delle negoziazioni, è probabile che poco accadrà prima di ottobre, giacché ad aprile maggio la Francia vota per le presidenziali e ad ottobre si vota in Germania. Che dire? Teniamoci forte!
Massimo De Luca