Il Natale alle porte ci ricorda che Gesù ha scelto di nascere povero e di condividere con l’uomo la fatica dell’indigenza, del pericolo, del rifiuto.
Le parole di Guglielmo Giaquinta ci spingono a riconoscere la povertà, materiale e spirituale, che incontriamo e che viviamo e a cercare una risposta fraterna.
Nella logica della condivisione tutti traggono beneficio: il povero che riceve, il ricco che impara l’arte di donare.
La reciprocità autenticamente vissuta è la manifestazione della provvidenza di Dio sulla terra.
Accanto a chi è tuo fratello perché nato da una stessa carne, c'è un numero infinito di uomini che sono, essi pure, tuoi fratelli.
Molti hanno fame: non li ignorare; ammalati: non li abbandonare; bisognosi di una casa che non sia capanna o tugurio o anche il freddo di un cielo stellato o piovoso: fai qualcosa per essi.
Tanti piccoli potrebbero, istruiti e curati, guardare sereni al domani se tutti gli uomini li sentissero figli e fratelli.
Non siamo nati per odiarci e combatterci ma per amarci e aiutarci. Non può quindi essere la violenza, la divisione, l'ingiustizia e la lotta la legge fondamentale dell'umanità che deve invece sforzarsi di attuare il sogno di una ‘fraternità universale’ capace di ignorare o superare qualsiasi barriera.
Solo l'unità fraterna potrà salvare il nostro domani di uomini liberi.
Guglielmo Giaquinta, 1971 – Fraternità