Questa volta vorrei provare a parlare di un film (per di più tutto italiano) che mi è molto piaciuto e che personalmente trovo davvero ben fatto. Se Dio vuole è una pellicola del 2015 che, pur non essendo assolutamente impegnativa, tratta tematiche profonde nella forma della commedia; una commedia diversa dalle solite però perché rompe con i classici schemi all'italiana, i quali spesso rischiano di trasformarsi in caricature eccessive e, alla lunga, anche banali e fastidiose.
Marco Giallini interpreta Tommaso, un cardiochirurgo affermato e di ampie vedute che ha sempre appoggiato le scelte dei figli, Bianca e Andrea.
Tommaso si dimostra tranquillo e ben disposto anche quando in famiglia si insinua il dubbio, anzi la convinzione, che il figlio, il quale da tempo si comporta in modo strano, nasconda in realtà il fatto di essere gay.
Un giorno Andrea si decide a mettere finalmente in chiaro le cose e comunica all'intera famiglia una verità che sconvolge gli equilibri e le convinzioni del padre: vuole diventare prete.
Ed è qui che anche Tommaso, ateo convinto, pur avendo sempre supportato le scelte dei figli, si trova in grande difficoltà; decide così di seguire il figlio fino a quando non conosce don Pietro (interpretato da Alessandro Gassman), vale a dire il nemico da battere per riportare Andrea ad una "vita normale".
Ma, proprio come accade nella vita reale, non sempre le cose vanno come vorremmo.
Tommaso inizia a passare molto tempo con don Pietro; inizialmente con l'intento di sconfiggerlo, ma poi perché, anche se non vuole ammetterlo, c'è qualcosa in quell'uomo che lo attrae: le cose che dice, come le dice, il modo in cui smonta tutte le certezze che Tommaso, da bravo uomo di scienza, credeva di possedere …
Assistiamo a dialoghi stupendi tra i due protagonisti, molto realisti e incredibilmente attuali che portano Tommaso a compiere un percorso di crescita e di maturazione personale che non si identifica per forza con il tema del Divino ma che riguarda la vita di ogni persona e la necessità di puntare a qualcosa di più alto e di più profondo, cercando di guardare in avanti invece che restare a fissare la punta del proprie scarpe.
Ho visto questo film insieme al mio gruppo di Giovani Pro Sanctitate bresciano e, anche se non ho intenzione di anticipare nulla riguardo al finale, devo dire che siamo rimasti tutti abbastanza colpiti-
Un finale non scontato, che lascia gli spettatori aperti a varie interpretazioni del tutto personali e che soprattutto permette ad ognuno di riflettere riguardo ciò che si sente mancare nella propria vita e cosa fare per renderla sempre più, per dirla con le parole di Giovanni Paolo II, un capolavoro.
"Dirò pure una banalità, ma quello che conta è amare!"
Claudia Torrisi