Lc 7,36-50
Questo passo del Vangelo presenta Gesù che è venuto per tutti e per tutti ha una parola di luce che rimette in cammino, dà vita nuova, futuro.
In questo Vangelo ci sono persone: il fariseo, Gesù, la peccatrice e i commensali.
Ci sono cose: la casa, la tavola, il vaso pieno di profumo.
Ci sono gesti e sentimenti positivi come il pentimento e il perdono ma anche negativi come il giudizio.
Quando leggiamo il Vangelo c’è una storia che deve innestarsi nella nostra storia.
Gesù entra nella nostra casa, nel nostro cuore ed è presente per insegnare, guarire, perdonare, amare.
Gesù entra a casa del Fariseo, non rifiuta l’invito, siede con lui, mangia con lui. Ma arriva una donna senza nome, la sua identità è peccatrice, una poco di buono.
Gesù non si distacca mai da chi ha bisogno della sua luce, si lascia toccare dalle tenebre per essere luce, si lascia toccare dal peccato per essere misericordia, si lascia toccare dal malato per essere guaritore, non costruisce muri….crea ponti perché si lascia toccare da chi ha comunque un germe divino che è stato schiacciato, umiliato, e ha bisogno di rinascere, di crescere. Gesù si interessa, ha cura, il peccato lo interpella non lo allontana e alla donna lascia fare dei gesti bellissimi, teneri! Può mai venire qualcosa di buono da una peccatrice? SI!! E’ un quadro bellissimo quello che stiamo ammirando: Gesù guarda l’amore del momento e dimentica il passato di una vita. Quanto è grande Dio!
La peccatrice prima dei gesti si mette in cammino, fa dei passi. Chissà con quale animo ha percorso la strada che la conduceva dal Maestro, quanta pesantezza nel suo cuore ma anche quanto desiderio di essere perdonata. Si incammina verso un uomo che valorizzerà tutto quello che farà, con le sue mani cariche di profumo per stordire la puzza del suo peccato.
Per Gesù la donna non sarà una peccatrice ma una figlia di Dio per la quale far festa perché era perduta ed è tornata in vita. Lo sguardo di Gesù è sempre rivolto verso il bene e questo ci deve fare pensare.
Noi a volte non vogliamo mescolarci, non vogliamo essere interpellati, non ci interessiamo dei peccatori…ma non fa così anche Simone? Simone ha invitato Gesù ma non lo ha mai incontrato veramente nel cuore, non ha capito nulla di lui, rimane nelle sue posizioni, ha dinanzi l’amore e pensa alla legge, e giudica colui che è l’unico che può giudicare. “Se costui fosse profeta”.... Già si distacca, non lo chiama Gesù, non lo chiama Maestro ma costui: quanto distacco!
Gesù invece lo chiama per nome. E’ delicato Gesù, con pazienza gli spiega quello che sta succedendo, cerca di far fare chiarezza nella sua vita, alla sua fede, al suo cammino. Tu mi hai invitato ma non hai fatto nessun gesto di accoglienza, mi hai giudicato e non hai messo minimamente in discussione il tuo modo di essere e di agire, ti senti giusto e quindi non hai bisogno del salvatore, ti senti sano, non hai bisogno del medico, osservi la legge ma non hai incontrato Dio. Osservi ma non ami!
Cosi possiamo dire di noi: Io vado a messa, dico il rosario ogni giorno, il venerdì non mangio carne: forse è facile una fede senza amore! Una fede che non compromette il cuore.
Ma torniamo alla peccatrice: lava i piedi? Chi ci ricorda? Gesù lava i piedi. Bacia: è un gesto di amicizia, Giuda dirà: quello che bacerò è lui. Con un bacio tradisce l’amico.
E poi c’è il vaso... in un altro vangelo si dirà che la donna rompe il vaso. Quando spreco dirà sempre Giuda. Lo spreco, l’eccesso… ricordano Gesù. Il Servo di Dio Guglielmo Giaquinta diceva: poteva salvarci con una goccia di sangue…ha donato se stesso, è morto per noi. Divine esagerazioni dell’amore, così chiamava Giaquinta i gesti dei i tre giorni che avvicinano alla Pasqua.
Siamo chiamati alla totalità…a dare tutto e sempre come la piccola, povera vedova.
A Dio si dà tutto perché tutto Lui ci ha donato. Siamo chiamati al di più. La donna unge i piedi, riconosce la regalità di Cristo… E noi? Chi è il nostro Re?
Oggi siamo chiamati a riflettere: chi siamo? Simone o la donna? Siamo per la giustizia o per la misericordia, siamo per la mediocrità o per la totalità. Siamo profumo o puzziamo di cose chiuse, che non fanno entrare l’aria della freschezza di Cristo? Il profumo riempie la stanza ed è gradevole. Chi scegliamo di essere oggi?
Maria Francesca Ragusa