Quest’anno a Pescara, la solennità di Tutti i Santi è stata celebrata nel segno di comunione e di unità. Infatti, dando seguito a quanto auspicato dal Santo Padre, Francesco, nella sua Esortazione apostolica Evangelii Gaudium (29): “tutte le realtà ecclesiali sono una ricchezza della Chiesa”, ma devono integrarsi “ nella pastorale organica della Chiesa particolare”, abbiamo avuto il piacere e la gioia di celebrare questa Festa insieme a diverse Associazioni e Gruppi, presenti nella diocesi, tutti riuniti, intorno al nostro arcivescovo, padre e pastore, Mons. Tommaso Valentinetti, nella cattedrale di Pescara dedicata al santo vescovo e martire San Cetteo.
1 novembre: festa speciale dove cielo e terra si abbracciano per un’unica lode alla SantissimaTrinità.
La liturgia è piena di promesse: vidi, noi vedremo; vedremo la moltitudine dei santi vestiti di bianco bisso prezioso, guidati dall’Agnello, Cristo Gesù, la cui vita ci è mirabilmente descritta dal vangelo di Matteo. Beati, beati voi.
La cattedrale è immersa nel silenzio, tutti attenti alla Parola e alle parole che ci sono suggerite dall’arcivescovo “Chi sono questi che sono vestiti di bianco?” Coloro che vengono dalla grande tribolazione. La domanda del vescovo: “E’ possibile diventare santi?” E’ un disegno che viene contraddetto dalla società. In realtà è un’occasione o meglio una grazia che ci viene donata nel giorno del battesimo. Dove i santi attingevano la gioia, dove noi possiamo attingere tale grazia? L’arcivescovo ha ricordato la grande persecuzione della Chiesa cattolica in Albania (dal 1944 al 1990) e come molti sacerdoti e laici hanno versato il loro sangue e hanno lavato le loro vesti nel sangue dell’Agnello. Un esempio di grande tribolazione è stato il Reverendo Ernest Simoni, che ha subito per anni una dura prigionia e che riceverà a breve la berretta cardinalizia.
C’è una unità nella Chiesa Cattolica che passa attraverso la logica del martirio.
Da dove viene questa forza? Non manca a nessuno la forza che viene da Gesù. Questo è il segreto della santità, lasciare che il Signore lavori con la sua grazia, la sua misericordia.
Quindi un cammino difficile, ma possibile, restando fedeli al quotidiano, restando fedeli alla terra. La santità è rispondere alla vocazione che è quella della gioia. Cerchiamo il gusto della santità, la bellezza della santità capace di vivere nella povertà, nella mitezza e nella stessa persecuzione. Un augurio: camminare nella via della santità, perché una vera evangelizzazione passa per la grande attrazione.
Affidiamo la nostra diocesi ad un piccolo, giovane operaio, il beato Nunzio Sulprizio, che ha manifestato la sua santità nel lavoro, nella malattia e nell’ospedale, affrontando situazioni umanamente difficili con il sorriso e la pace. Queste le belle, consolanti parole del Vescovo.
La comunione tra cielo e terra si è fatta tangibile ancor più profondamente quando Gesù Eucarestia ha riposato nel nostro cuore.
Ninni Mazzei