Dopo la visita ad Auschwitz e Birkenau Papa Francesco arriva a Błonia per vivere la Via Crucis insieme ai giovani. È il dolore, la sofferenza nostra e degli altri che pone le domande più profonde, quelle esistenziali. Davanti allo spettacolo dei campi di sterminio, alla crudeltà cui anche oggi assistiamo, alla malattia, si rimane senza fiato in un silenzio assordante nel quale solo la Fede può prendere la parola.
È allora che ci viene indicata la strada, quella forse più difficile: vincere l'odio con il dono di sè, come Massimiliano Kolbe, come i Giusti tra le nazioni che hanno messo in gioco la propria vita. Gesti e silenzi vissuti insieme dai tanti giovani presenti, chiamati a interrogarsi davanti al più grande 'paradosso' della storia: il Figlio di Dio fatto uomo che ha voluto prendere su di se' ogni sofferenza, ogni peccato. La Via della Croce - che ci fa passare dalle tenebre alla luce, dalla disperazione alla speranza - non è eterna sconfitta ma eterna vittoria, dono di salvezza e di Amore e chiede concretezza, sacrificio, impegno personale:
«Di fronte al male, alla sofferenza, al peccato, l’unica risposta possibile per il discepolo di Gesù è il dono di sé, anche della vita, a imitazione di Cristo; è l’atteggiamento del servizio. Se uno – che si dice cristiano – non vive per servire, non serve per vivere. Con la sua vita rinnega Gesù Cristo.
Questa sera, cari giovani, il Signore vi rinnova l’invito a diventare protagonisti nel servizio; vuole fare di voi una risposta concreta ai bisogni e alle sofferenze dell’umanità; vuole che siate un segno del suo amore misericordioso per il nostro tempo! Per compiere questa missione, Egli vi indica la via dell’impegno personale e del sacrificio di voi stessi: è la Via della croce. La Via della croce è la via della felicità di seguire Cristo fino in fondo, nelle circostanze spesso drammatiche del vivere quotidiano; è la via che non teme insuccessi, emarginazioni o solitudini, perché riempie il cuore dell’uomo della pienezza di Gesù. La Via della croce è la via della vita e dello stile di Dio, che Gesù fa percorrere anche attraverso i sentieri di una società a volte divisa, ingiusta e corrotta.
La Via della croce non è una abitudine sadomasochistica; la Via della croce è l’unica che sconfigge il peccato, il male e la morte, perché sfocia nella luce radiosa della risurrezione di Cristo, aprendo gli orizzonti della vita nuova e piena. È la Via della speranza e del futuro. Chi la percorre con generosità e con fede, dona speranza al futuro e all’umanità. Chi la percorre con generosità e con fede semina speranza. E io vorrei che voi foste seminatori di speranza.
Cari giovani, in quel Venerdì Santo molti discepoli ritornarono tristi alle loro case, altri preferirono andare alla casa di campagna per dimenticare un po’ la croce. Vi domando - ma rispondete ognuno di voi in silenzio, nel vostro cuore, nel proprio cuore - : come volete tornare questa sera alle vostre case, ai vostri luoghi di alloggio, alle vostre tende? Come volete tornare questa sera a incontrarvi con voi stessi? Il mondo ci guarda. A ciascuno di voi spetta rispondere alla sfida di questa domanda» (Francesco, Via Crucis con i Giovani, 29 luglio 2016).
Vittoria Terenzi