Vivere la gioia di appartenere alla Chiesa e ringraziare il Signore per il dono della comunità ecclesiale: questa la mission affidata da Papa Francesco a tutti i battezzati nella 53° Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni.
Il Santo Padre si rivolge proprio a tutti, giovani e adulti, bambini e anziani, all'intera comunità ecclesiale alla quale assegna un compito importante: essere 'buona terra', luogo in cui la misericordia del Signore può posare lo sguardo e chiamare; essere 'mediatrice', antidoto all'indifferenza e
all'individualismo, luogo in cui ci si sente con-vocati insieme ai fratelli e alle sorelle; essere 'madre' ed esprimere questa maternità con «la preghiera perseverante per le vocazioni e con l’azione educativa e di accompagnamento per quanti percepiscono la chiamata di Dio» (Francesco, Messaggio per la 53° Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni).
Ogni vocazione, infatti, anche quella alla vita consacrata, non è un cammino da fare 'in solitaria': nasce nella Chiesa, cresce nella Chiesa, è sostenuta dalla Chiesa e serve all'edificazione della Chiesa. Per questo, chi è chiamato, vive la gioia di servire la Chiesa sentendosi parte vitale di essa, non si chiude in se stesso e nella sua piccola comunità, ma «continua nella disponibilità al servizio, nella perseveranza, nella formazione permanente».
Il Movimento Pro Sanctitate è un'aggregazione laicale formata da laici, dei quali alcuni si consacrano nell'Istituto secolare delle Oblate apostoliche: il carisma è uguale ma la vocazione personale è diversa. All'interno del Movimento si sperimenta la gioia della complementarietà e della ricchezza delle diverse vocazioni che interagiscono e si completano a vicenda.
Stefania Castelli è una delle laiche consacrate del Movimento Pro Sanctitate e ci parla, oggi, della gioia di vivere la sua vocazione nella Chiesa.
Essere Oblata nel Movimento Pro Sanctitate
Proprio in questi giorni riflettevo che é ben da 16 anni che sono associata del Movimento Pro Sanctitate e “solo“ da 10 Oblata Apostolica e mi sembra importante il fatto che non avverrà mai il sorpasso di una vocazione sull’altra, come una figlia non può sorpassare la madre in età. Ho sempre riconosciuto nel Movimento le radici della mia consacrazione, che ho scelto e voluto proprio perché all’interno di esso e al suo carisma.
Quando ho conosciuto “la Pro Sanctitate“ mi affascinava ed entusiasmava l’idea di poter cambiare il mondo cambiando prima di tutto me e le mie relazioni, ciò aveva il sapore della concretezza e mi faceva sentire meno impotente di fronte al male. Col passare del tempo ho sentito l’anelito del Cristo che, silenziosamente, gridava la sua sete di sostegno, il suo bisogno di persone che si donassero esclusivamente e totalmente al Suo progetto di Santificazione Universale: aveva bisogno della mia santità perché gli altri si santificassero, aveva bisogno del lievito nascosto nel cuore dell’umanità, della Chiesa, del Movimento, del mondo che mi circondava.Da quando sono Oblata Apostolica non ho mai smesso, quindi, di essere associata; di certo non faccio più di ogni altro associato non consacrato e anche io mi 'barcameno' tra i tanti impegni quotidiani - comunità/famiglia, lavoro, attività apostoliche, attenzione alla vita spirituale - di sicuro non ne sono migliore, e neanche peggiore, la passione è identica e il cammino è condiviso, ma nel segreto del mio essere sento forte la responsabilità che dalla fedeltà al mio SI dipende, in un certo senso, almeno un pezzo della santificazione, anche, di ogni membro Pro Sanctitate e di tutta la 'famiglia del Massimalismo': non è importante cosa io faccia nella vita e che ruolo occupi nelle strutture, ma so che consacrandone ogni istante nell’amore avrò dato una spintarella un po’ più avanti nel loro cammino a qualcuno dei miei, conosciuti o anonimi, fratelli, ovvero, la mia santità è che gli altri diventino santi!
Però tutto questo com’è vero per un’Oblata, in una diversa dimensione, è reale anche per tutto il Movimento Pro Sanctitate ed è stupendo scoprire come l’impegno di ciascuno a vivere il carisma, ognuno secondo la propria vocazione, crei, nella Chiesa e nel mondo, una rete di misericordiosa partecipazione all'amore redentivo che, come accade agli acrobati al circo, abbraccia chi cade e gli da' la spinta per rialzarsi e ricominciare.
Essere Oblata nel Movimento Pro Sanctitate? Com’è? È come essere un pezzo di un puzzle o di un mosaico; ce n’è uno più importante di un altro? Ognuno è unico e ha il suo posto, la sua forma, il suo colore e il suo esserci dona, a se stesso e all’insieme, senso, significato e armonia… ma questo forse lo avete già sentito da qualcun altro!!!!
È proprio una bella vocazione la nostra … Grazie a Dio (e a chi gli é andato dietro)!!!!!!
Stefania Castelli