Le ultime settimane ci hanno dispensato varie immagini che confermano il ruolo d'idolo polemico che i politici sono spesso obbligati ad assumere, specie quando svolgono, o competono per vincere, incarichi istituzionali. Le primarie USA sono probabilmente l'esempio più flagrante: ciascun candidato non può fare a meno di diventare un'epitome di vizi e virtù,
ogni aspetto del loro passato e presente diventando una tessera di un profilo mediatico su cui tutti hanno diritto di infierire come meglio aggrada. L'Italia non è scevra da questi eccessi; anzi, la collera contro i politici diventa spesso il pretesto per impedire ogni seria auto-critica ed osteggiare qualsiasi tentativo di riforma.
La mediatizzazione della politica e dei processi decisionali domanda una velocità ed un livello di spersonalizzazione che male si concilia con l'afflato personalistico che noi cattolici, e l'umanità in genere, ambirebbe a vedere riflesso nelle azioni dei uomini e delle donne di potere. Eppure, riscoprire il volto umano della politica e dei politici è importante al fine di restituire alla politica la legittimità morale (e con essa la possibilità) di risolvere almeno parte delle crisi che stiamo attraversando.
A tale riguardo, la visita in Sud Africa di Federica Mogherini (già Ministro degli Affari Esteri nel governo Renzi ed attualmente Alto Rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza) il 25 e 26 febbraio scorso ha offerto una possibilità unica a chi ha potuto prendervi parte di scoprire una persona preparata, sensibile ed impegnata fino al sacrificio nell'esercizio della missione.
Un po' come Davide nell'Antico Testamento, la giovane Federica si è ritrovata a dover affrontare temi spinosi (e probabilmente più grandi di lei) quali l'estremismo, i flussi migratori, le crisi in Medio Oriente, in Ucraina, nel Mediterraneo. Aggiungiamo la crisi di europeismo nel sentimento comune degli europei (che culminerà nel referendum britannico del 23 giugno) ed ecco che mantenere un senso positivo della missione europea diventa tutto fuorché che scontato.
Il Sud Africa è un partner strategico dell'Unione Europea, innanzitutto sulle questioni multilaterali (Nazioni Unite, Cambiamento Climatico, Commercio, Diritti Umani, etc.), ma pure rispetto alla stabilità ed alla crescita sostenibile in Africa. Il deterioramento della situazione economica, politica e sociale che il Sud Africa sta vivendo in questi ultimi anni non è senza conseguenze per l'Europa ed è foriero di profonde inquietudini.
Federica Mogherini è venuta per consolidare le relazioni bilaterali in un ventaglio importante di materie, tra cui: investimenti, commercio, ricerca, agricoltura, sviluppo sostenibile, energia, educazione, politiche pan-africane, affari globali, stabilità e sicurezza.
La preparazione di una missione del genere è altamente complicata e richiede una capacità direi fuori del comune da parte dell'Alto Rappresentante di assorbire contenuti e sviluppare strategie in pochi giorni se non in poche ore.
Federica Mogherini ha affrontato l'impegno sudafricano con estrema sobrietà e precisione, non solo durante i colloqui governativi ma pure durante la visita a Soweto, la conferenza all'Università di Johannesburg (Witwaterstand) ed i vari incontri organizzati durante le 36 ore trascorse in Sud Africa. Un tour de force che non le ha mai tolto il sorriso, che non ha mai generato richieste personali, che non le ha impedito di dare a ciascuno dei presenti sempre più di quanto chiesto e di quanto offerto, compreso con i colleghi della Delegazione dell'Unione Europea in Sud Africa, fossero questi l'Ambasciatore o il personale di servizio.
Grazie Alto Rappresentante e a presto!
Massimo De Luca