Il fiume della Misericordia

Entrare per quella Porta significa scoprire la profondità della misericordia del Padre che tutti accoglie e ad ognuno va incontro personalmente.

E’ Lui che ci cerca! E’ Lui che ci viene incontro!

Sarà un Anno in cui crescere nella convinzione della misericordia.  

Attraversare la Porta Santa, dunque, ci faccia sentire partecipi di questo mistero di amore, di tenerezza. Abbandoniamo ogni forma di paura e di timore, perché non si addice a chi è amato; viviamo, piuttosto, la gioia dell’incontro con la grazia che tutto trasforma. 

(Papa Francesco)

Giubileo della Misericordia: Istruzioni per l'uso

Primo obiettivo: cambiare il cuore!

 

In poche parole un accorato appello a sperimentare la tenerezza di Dio Padre, che accoglie e perdona, a vivere un’esperienza di fede che alimenti la speranza. Un tempo per imparare a perdonare e ad essere perdonati. Per questo si richiede che il breve pellegrinaggio verso la Porta Santa sia unito al Sacramento della Riconciliazione e alla celebrazione dell'Eucaristia con una riflessione sulla misericordia. Sarà necessario che queste celebrazioni siano accompagnate dalla professione di fede e dalla preghiera per il Papa e per le intenzioni che porta nel cuore, per il bene della Chiesa e del mondo.

 

A che serve l'indulgenza?

 

Le conseguenze del peccato grave sono due: la colpa verso Dio che produce il distacco da lui e la pena eterna (quello che comunemente viene chiamato Inferno).

  • La colpa del peccato viene cancellata dall’assoluzione sacramentale, che ci restituisce allo stato di grazia e alla comunione con Dio. Poiché Dio, oltre che misericordioso è anche sommamente giusto, ogni peccato richiede l’espiazione tramite una pena. Essa è chiamata "pena temporale".
  • La pena temporale, può essere scontata sulla terra con preghiere, penitenze, opere di carità e con l’accettazione delle sofferenze della vita. Qualora il cammino di purificazione terreno non dovesse arrivare alla perfezione dell’amore verso Dio e verso il prossimo - necessario per avere l’abbraccio del Signore in Paradiso - il peccatore salvato lo continuerà anche oltre la morte (Purgatorio).

La Chiesa, esercitando il «potere di legare e sciogliere» («potere delle chiavi»), che Cristo ha concesso a Pietro, sente di poter rimettere – dopo l’assoluzione della colpa, ricevuta in confessione – anche la pena temporale che si dovrebbe espiare. È un grandissimo atto di grazia, è la cosiddetta “indulgenza”. Ciò avviene tradizionalmente con l’indizione dell’Anno Santo ma le indulgenze si possono ricevere anche quotidianamente (cf. Enchiridion indulgentiarum). Esse non sono uno “sconto” per i peccati ma un impulso ad una sempre migliore vita cristiana.

 

Come si ottiene l’indulgenza?

 

Ecco le condizioni:

 

1.      Manifestare il totale distacco dal peccato, anche quello veniale, e provare un sincero pentimento per i peccati commessi.

2.      Compiere l’«opera» prescritta dalla bolla papale. Nel caso del Giubileo straordinario della misericordia, «compiere un breve pellegrinaggio verso la Porta Santa, aperta in ogni Cattedrale o nelle chiese stabilite dal Vescovo diocesano, e nelle quattro Basiliche Papali a Roma, come segno del desiderio profondo di vera conversione» (Lettera del Santo Padre con la quale si concede l'indulgenza in occasione del Giubileo straordinario della misericordia).

3.      Recitare il Credo e il Padre nostro per rinnovare la professione di fede e la gratitudine per la figliolanza divina. Ciò si fa nella chiesa a cui è annessa l’indulgenza.

4.      Pregare per il Papa (in genere un pater, un ave, un gloria).

5.      Confessarsi (condizione assolutamente indispensabile) e comunicarsi, anche nell’arco della settimana successiva.

 

Dunque l’indulgenza non è acquistare il perdono di Dio o un atto superstizioso ma impegnarsi in un serio cammino di conversione, riconoscendo nel peccato la “malattia” che uccide la nostra vita di grazia e impedisce la nostra felicità con Dio. L’indulgenza fa parte della “terapia” di misericordia e di grazia che la Chiesa applica all’uomo peccatore.

 

L'anno giubilare appena iniziato ci offre l'opportunità di cambiare in meglio la nostra vita e ci ricorda che Dio dona sempre la possibilità di ricominciare. Papa Francesco, ai giovani consacrati riuniti per l'Incontro Mondiale nel mese di settembre, raccontando la sua esperienza personale ha detto: «Per caso, sono entrato in Chiesa, ho visto un confessionale e sono uscito diverso, sono uscito in un’altra maniera. La vita lì è cambiata». Anche noi siamo invitati a fare esperienza della infinita misericordia di Dio, per poter dire: «La mia vita lì è cambiata».

 

Vittoria Terenzi