Nell’ambito delle celebrazioni della GSU il 6 novembre 2015 nella chiesa San Francesco Caracciolo - Tricalle (Chieti) ci siamo riuniti in preghiera davanti a Gesù Eucarestia accompagnati e guidati da S.E. Mons. Bruno Forte Arcivescovo di Chieti. “Vorrei accendere sette luci sul tema della gioia del Vangelo, una sorta di candelabro sacro, la Menorah, che ci aiuti a vivere la gioia promessa e offerta da Gesù, nel tempo e per l’eternità.”
Con queste parole Mons. B. Forte, ha introdotto la sua intensa e bellissima riflessione. La prima luce, fondata sulla certezza della presenza di Dio, la gioia è l’esperienza del sentirsi amati e il saperci chiamati dall’Eterno all’alleanza d’amore con Lui ..”.
Seconda luce la gioia del Vangelo, la gioia contagiosa di un incontro sempre nuovo con Gesù, vero senso della nostra vita. Terza luce la gioia della fedeltà
di Dio che ci deve spingere ad essere docili allo spirito per dimorare nella trinità, dando sempre più spazio alla dimensione contemplativa della vita. La quarta luce è
la gioia del servizio “servo buono e fedele “ al servizio degli altri per amore di Dio. La quinta luce la gioia Escatologica, la meta ultima
che è la salvezza delle anime, raggiungibile attraverso lo spirito delle beatitudini. Sesta luce la gioia di evangelizzare, la scoperta di essere creature nuove
teneramente amate deve spingerci a condividere con tutti questa immensa gioia.
L’Arcivescovo, a questo proposito, cita un intervento dell’allora Card. J. M. Bergoglio prima del conclave che lo avrebbe poi eletto Papa “La dolce e confortante gioia di evangelizzare”,
in cui esprime la sua personale visione sulla Chiesa nel tempo presente, cioè “la Chiesa deve lasciare tutto e andare nelle periferie, non solo quelle geografiche, ma anche quelle umane ed
esistenziali; non deve essere “autoreferenziale”, che guarda se stessa con una sorta di “narcisismo teologico” che la allontana dal mondo e che “pretende di tenere Gesù Cristo per se, senza farlo
uscire fuori”, che non evangelizza più e che svolge una vita mondana per sé. Il Cardinale Bergoglio sperava che il prossimo Papa potesse essere “un uomo che, partendo dalla contemplazione di Gesù
Cristo, possa aiutare la Chiesa a avvicinarsi alle periferie esistenziali dell’umanità”. “E’ quello che chiediamo per ognuno di noi” continua B. Forte “perché possiamo essere candidati
credibili alla gioia eterna e irradiando la gioia del Vangelo possiamo prepararci a farne parte un giorno, camminando con umiltà, fiducia e convinzione sulla via della santità…”. Settima luce una
preghiera di Mons. G. Giaquinta che può aiutarci ad accogliere l’amore di Gesù, fonte di gioia “Gesù, il tuo pensiero mi illumini, la tua parola mi guidi,i tuoi occhi mi seguano, le tue
orecchie mi ascoltino. Le tue braccia allargate sulla croce mi aprano all'amore universale, i tuoi piedi crocifissi mi spingano a donarmi senza misura di stanchezza ai fratelli. Il tuo cuore
aperto sia per me fonte di grazia nel cammino e luogo di riposo nella stanchezza.”