Sono stata chiamata ad una riflessione per l’Associazione Volontari Ospedalieri di Noto che ha titolato così l’edizione 2015 dell’annuale concorso fotografico.
Se siamo alla ricerca della tenerezza perduta vuol dire che ne abbiamo perso le tracce, manca nel nostro tessuto sociale, manca perché tutto ciò che riguarda una sfaccettatura dell’amore è necessaria al cuore dell’uomo e quando non c’è, è come un giorno senza sole, cupo, mette tristezza. In effetti se ci guardiamo attorno poche scene di tenerezza raggiungono i nostri occhi. Il mondo sembra scrivere trame diverse, gli uomini sembrano preferire tutto ciò che è lontano, diverso dalla tenerezza.
Si preferisce essere duri invece che teneri. Alda Merini scrive: “Abbiamo fame di tenerezza, in un mondo dove tutto abbonda siamo poveri di questo sentimento che è come una carezza per il nostro cuore. Abbiamo bisogno di questi piccoli gesti che ci fanno stare bene...la tenerezza è un amore disinteressato e generoso, che non chiede nient’altro che essere compreso e apprezzato...".
Abbiamo fame di tenerezza, profondo sentimento di dolcezza e affetto. La tenerezza la definirei la carezza dell’amore, ne emana tutta la nobiltà e la delicatezza. E’ un sentimento fine, appartiene alle persone sensibili, quelle che guardano al cuore e comprendono i silenzi più delle parole,che stanno attenti agli sguardi e ai gesti, guardano il tutto di una persona e ne colgono i dettagli. La tenerezza è di chi sa uscire da se stessi e andare incontro all’altro cogliendo il momento giusto per parlare. La tenerezza è di chi sa ascoltare senza guardare l’orologio o ancora peggio il cellulare. La tenerezza appartiene a chi crede che il bene e il bello sono ancora possibili, la tenerezza la possiede chi si accorge della bellezza del creato, di ciò che lo circonda, è di chi cerca, senza stancarsi, di tirare fuori il bello e il bene da se stessi e dagli altri. Chi è abitato dalla tenerezza è educato e sa educare… sa tirare fuori i talenti, i doni di chi gli sta attorno… sa tirare fuori l’infinita dolcezza che abita ogni uomo. La tenerezza è di chi vive stupendosi, è di chi sa custodire l’altro non considerandolo rivale ma” terra sacra”… tutto da conoscere, scoprire e amare.
La tenerezza combatte il cuore duro… ha un cuore di carne e sa commuoversi per un’alba e un tramonto… che non sono mai uguali, la tenerezza appartiene a chi sa asciugare le lacrime di un amico ma sa anche essere buffone per farlo ridere a tutti i costi, sa diventare serio se l’altro ha bisogno di un consiglio, di una presenza che sa di fraternità. La tenerezza sa accarezzare.
La bellezza salverà il mondo dice Dostoevskij , la tenerezza, penso, lo custodirà.
La tenerezza viene schiaffeggiata, uccisa dalla volgarità, dall’amore quando diventa possessivo e non fa respirare libertà. La tenerezza è uccisa dalla violenza, da frasi che tolgono dignità all’altro: “Tu non vali niente”. Quanto male a volte facciamo ai bambini con le nostre parole. Qualcuno dice che alcuni disturbi mentali e di adattamento scaturiscono dal vuoto di tenerezza avuto da piccoli.
La tenerezza va donata in abbondanza.
Luigi Verdi scrive: “Un bacio sulla fronte riesce a guarire ciò che alle parole non riesce”.
Da quando tempo abbiamo chiuso le porte alla tenerezza? Quando è stata l’ultima volta che abbiamo accarezzato, abbiamo benedetto, cioè abbiamo detto bene dell’altro, quando è stata l’ultima volta che abbiamo voluto il bene dell’altro… siamo stati benevoli. La tenerezza combatte e vince ogni forma di pettegolezzo, il puntare il dito, il giudicare. La tenerezza è una sfumatura dell’amore, una fotografia sui dettagli, sui particolari, sull’originalità dell’altro, sulla sua unicità. È curare le ferite, è tutto ciò che fa bene al cuore. La tenerezza non è passata di moda , la tenerezza è innestata nella vita di ciascuno …aspetta solo di germogliare. La tenerezza mette a proprio agio l’altro e riesce a dire : permesso, scusa, grazie…come ci suggerisce Papa Francesco. Siamo pronti a donarla? E a riceverla? Non rifiutiamo mai un abbraccio, un sorriso, una parola buona… ne abbiamo tutti bisogno. Martin Luter King diceva: Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci ma non abbiamo imparato l’arte di vivere come fratelli. La tenerezza è saper dire ”ti voglio bene” e ancor di più “avrò cura di te”. Dobbiamo andare a scuola della tenerezza; c’è un Maestro, che è sempre attuale, Gesù Cristo; è il Dio che viene ad abitare in mezzo a noi, accarezza, cura, benedice… e non ha paura di sporcarsi le mani con i peccatori donandogli sempre una dignità nuova. Ha la parola giusta al momento giusto e dona all’altro quello di cui ha bisogno, la tenerezza in lui è proposta di verità per ogni uomo…ma soprattutto è tenerezza che “dà la vita per gli amici” .
La mia preghiera quotidiana è: Signore donami gesti che non hanno bisogno di parole…questa è la tenerezza, ce la racconta il Vangelo…
Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno.
Tenerezza è … vedere, provare compassione, avvicinare, fasciare le ferite, caricarsi del peso dell’altro, prendersi cura, dare di più … sempre al massimo… non accontentarsi del minimo…mai!
La tenerezza è una poesia che contiene tutto ciò che abbiamo elencato.
E’ un programma di vita!
Andiamo alla ricerca della tenerezza perduta, lasciamoci avvolgere da essa e consegniamola senza imbarazzo ma con la gioia nel cuore, perché la bellezza salverà il mondo e la tenerezza lo custodirà.
Maria Francesca Ragusa