È con immensa gratitudine al Signore che ci accingiamo a celebrare, in comunione con tutta la Chiesa, la solennità di Tutti i Santi e la Giornata della Santificazione Universale.
È anche un grazie per il Servo di Dio e nostro Fondatore il vescovo Guglielmo Giaquinta, che fin dal 1957 ha ideato e promosso questa Giornata, spendendo tutta la sua vita umana e sacerdotale, come offerta per la santità dei tanti fratelli che il Signore ha posto sul suo cammino.
Gioia di vivere il Vangelo è il messaggio-lancio della GSU 2015.
La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù: inizia così anche l’esortazione apostolica di Papa Francesco Evangelii Gaudium.
L’esortazione sulla gioia assume il carattere del lieto annuncio che costituisce il Vangelo, che dà vita alla Chiesa e ne rappresenta il cuore pulsante di ogni azione evangelizzatrice.
Ma chi sono i santi di cui la Chiesa fa memoria?
“Un uomo che aderisce alla volontà di Dio a livello di pensiero, di volontà, di cuore, di vita noi lo chiamiamo santo” (G. Giaquinta).
I santi non sono dunque degli individui privilegiati, ma semplicemente degli uomini che hanno ricevuto per grazia il dono della fede, e che vivono ogni giorno lo sforzo ed il desiderio di conformarsi ad essa e alla volontà di Dio.
È questa la gioia! Quello stato di beatitudine che scaturisce dalla relazione con Cristo Gesù e che nostro Signore desidera per tutti noi. Vivere e far conoscere questo desiderio di Dio, a cui tutti siamo chiamati: uomini, donne, bambini, anziani, malati… ciascuno nel proprio stato e ambiente di vita, rispondendo con generosità a questo invito che Dio ci fa donandoci il suo amore. Questa è la vocazione alla santità che la Giornata della Santificazione universale invita a impetrare e celebrare.
Essere santi significa ‘semplicemente’ impegnarsi a divenire uomini in pienezza, uomini della gioia.
Ma cosa ci impedisce o ci trattiene da questa gioia?
Forse il pensiero, la paura che la vita donata vada perduta. Il clima sociale, politico, culturale ci insidia e ci indebolisce allontanandoci gli uni gli altri, ma anche dalla ricerca di Dio e dal suo amore. L’uomo d’oggi “è non solo senza Dio ma anche senza l’uomo” (Claude Geffrè).
Egli si trova perso, disorientato nell’assenza di certezze, trascinato da un’assurda e spasmodica ricerca di possesso e soddisfazione nel qui ed ora.
Sperimenta un ricorrente senso di vuoto e di insoddisfazione.
Ma l’esortazione che ci arriva dal Santo Padre ci indica che la ricerca di Dio deve passare anche da una ricerca ed approfondimento dell’uomo. Solo così la gioia che abbiamo sperimentato nel nostro incontro con Gesù può portarci fuori dal nostro comodo egoismo e dalla nostra autoreferenzialità, ponendo “l’altro”, il “nostro prossimo” al centro della nostra esistenza; imparando a vivere la dinamica circolare del dono (in famiglia, nel lavoro, nella chiesa, tra gli amici, tra i sofferenti).
Là dove è visibile un amore umano autentico, che crea armonia e comunione tra gli uomini, non si realizza soltanto un incontro umano ma un incontro con l’amore di Dio che è realtà tra gli uomini.
“Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio dimora in noi” ci dice San Giovanni.
Solo attraverso questo cambio di rotta chi è raggiunto dalla gioia del Vangelo diviene dono anche per i fratelli.
A partire da questo dono, impegniamoci a vivere questa Giornata con la piena consapevolezza e responsabilità: la gioia che ci è stata donata, che ci attraversa e ci pervade, non può rimanere imprigionata e nascosta dietro le nostre paure.
“Guai a me se non annuncio il Vangelo” (1Cor 9, 16).
Questa affermazione di San Paolo è la sintesi esplosiva di un cuore che ha incontrato Gesù e vede in Lui la realizzazione di ogni profezia di salvezza per tutti i popoli. È un sentimento di gioia, ma anche un dovere, un’urgenza che deve diventare forza diffusiva di annuncio e di testimonianza. È un processo di continua conversione che dà una chiara identità alla missione della Chiesa oggi e a ciascuno di noi: testimoniare e annunciare Gesù, unica via che conduce al Padre.
Lasciamoci guidare al dono della gioia dalla vita e dalla testimonianza di tanti fratelli: i santi, che hanno fatto della loro esistenza “un dono per vivere la gioia nella santità”.
“Un cuore gioioso è il normale risultato di un cuore che arde d’amore” (Madre Teresa di Calcutta, Sulla gioia).
Auguri di santità a tutti!
Gandolfa La Placa - Aggancio Speciale GSU 2015
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