L’Enciclica “Laudato si'” di Papa Francesco (24 maggio 2015) – la seconda del suo pontificato - apre dinnanzi al nostro sguardo uno scenario cosmico. Già dal titolo percepiamo l’animo del papa; la lode sgorga di fronte alle meraviglie del creato e si muove in sintonia con S. Francesco nella sua poetica visione del creato: Altissimo, onnipotente, bon Signore.
Laudato sii ci mette di fronte alla cura della “casa comune“ e coglie tutta la problematica - scientifica, politica, sociale, umana e religiosa - che consegue a questa cura, carica di difficoltà ma anche pervasa di profonda speranza.
L’indice dei contenuti è già un prologo della lettura che ci aspetta.
Quello che sta accadendo alla nostra casa;
- Il Vangelo della creazione;
- La radice umana della crisi ecologica;
- L’ecologia integrale;
- Alcune linee di orientamento e di azione;
- Educazione e spiritualità ecologica.
Chiudono l’Enciclica due splendide preghiere: per la nostra terra e preghiera cristiana con il creato.
Dalla vastità degli argomenti si comprende quanto relativa sia la breve riflessione che facciamo: vuol essere un invito a leggerla ed approfondirla.
Due le dimensioni sottese alla trattazione: una seria competenza, frutto di indagini e di studio attraverso apporti di alto livello e di consultazioni, e insieme la capacità di guardare l’Universo così come è nato: un dono d’amore di Dio Padre ”Il Creatore non ci abbandona, non fa marcia indietro nel suo progetto d’amore, non si pente di averci creato”(13).
Il contenuto dell’Enciclica è profondamente assunto dal Papa: egli non è mai estraneo; e come Gesù ha assunto la mediazione della nostra umanità, così Francesco assume tutto e tutti, anche la fragilità.
Suggestiva la precisione con cui il Papa esprime la differenza fra natura e creato e il concetto di cura e di casa comune; interessanti le varie accezioni con cui declina il termine ecologia. Sono un mosaico che dà risalto a tutto il contenuto.
I termini più usati, al negativo (deterioramento della qualità della vita umana, la globalizzazione del paradigma tecnologico con il pericolo di eliminazione delle fasce più deboli, l’inequità planetaria) trovano risposta in ricorrenti espressioni positive: conversione, sobrietà, solidarietà e nel bellissimo l’invito a fare un balzo nel Mistero, rivolto soprattutto ai giovani.
Gesù stesso, nei dialoghi con i suoi discepoli, li invitava a riconoscere la relazione paterna che Dio ha con tutte le sue creature e come ciascuna sia importante ai suoi occhi; ora risorto è presente in tutto il creato con la sua signoria universale.
“Camminiamo cantando! Che le nostre lotte e le nostre preoccupazioni per questo pianeta non ci tolgano la gioia della speranza” Così si conclude l’Enciclica con un riferimento alla Parola “la speranza che non delude, perché fondata sull’amore e sulla divina Provvidenza”.
Chiudiamo con un breve e piccolo accenno, alla sintonia che abbiamo rilevato fra papa Francesco e il servo di Dio Guglielmo Giaquinta. Anche lui, soprattutto nell’ultima parte della sua vita, guardava con stupore e rispetto le piccole meraviglie della natura: i fiori, il sorgere del sole, il volo degli uccelli.
Ancor più profonda la sintonia nel cogliere il dinamismo trinitario, che si rivela in un dinamico processo che muove e conduce all’amore: fare esperienza della Trinità, dice Giaquinta, è il momento della pura contemplazione in cui si percepisce il fulgore della natura, la misericordia e insieme l’essere capolavori dell’amore di Dio.
Maria Mazzei