Quest’anno la mia famiglia è stata sorpresa da un lieto evento, cioè che mio figlio Alessio ha deciso di sposarsi: una cosa bellissima!
Ma che prova una mamma a questa notizia? Lì per lì si resta confusi, è un misto di gioia e dolore; gioia perché pensi che un figlio debba fare la sua strada e crearsi la sua famiglia; dolore perché il legame che c’è con un figlio è troppo forte, è parte di te, è come se ti strappassero un pezzo di cuore. Ora capisco perché le suocere sono a volte tanto cattive, è perché soffrono! Sposare un figlio: cosa si prova?
Mi chiamo Carmelina, ho 57 anni e vivo a Riesi (CL), piccolo paese dell’entroterra siciliano. La mia famiglia è formata da me, mio marito, i miei tre figli: Alessio 33 anni, Ivan 31 anni e Alida 20 anni; inoltre mi occupo dei miei genitori anziani di 87 e 85 anni e una zia di 82 anni, con la quale sono cresciuta. Sono cooperatrice da più di un anno, ma conosco il movimento Pro Sanctitate da tanto tempo, almeno da trent’anni. Durante questo tempo mi sono avvicinata sempre più al movimento facendone parte attivamente. Quello che più mi piace e mi attrae nel movimento è la spiritualità, che ha come carisma la santità, un dono che viene offerto a tutti: tutti siamo chiamati a diventare santi nel posto in cui ci troviamo. In particolare noi cooperatrici siamo chiamate ad amare e prenderci cura anche spiritualmente di ogni membro della nostra famiglia e insieme fare un cammino di santità. In questo, abbiamo una grande e bellissima conferma a questo nostro carisma da papa Francesco, che spesso ci parla di santità nella vita quotidiana
“è proprio vivendo con amore e offrendo la propria testimonianza cristiana nelle occupazioni di ogni giorno che siamo chiamati a diventare santi. E ciascuno nelle condizioni e nello stato di vita in cui si trova. … Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. … Sei genitore o nonno? Sii santo insegnando con passione ai figli o ai nipoti a conoscere e a seguire Gesù. E ci vuole tanta pazienza per questo, per essere un buon genitore, un buon nonno, una buona madre, una buona nonna, ci vuole tanta pazienza e in questa pazienza viene la santità”.
In famiglia, grazie al buon senso e al sostegno spirituale si superano pensieri negativi e desideri di possesso. Quando vedi che tuo figlio è felice con la persona che ha scelto anche il tuo cuore si riempie di gioia e pensi che oltre a te c’è un’altra persona che si prenderà cura di tuo figlio con amore e dedizione. Ancora di più sei contenta quando tutti e due i ragazzi decidono di sposarsi in chiesa e riporre la loro unione nelle mani del Signore, che li proteggerà sempre. Quando penso che tanti giovani oggi non credono più nel matrimonio, specialmente in quello religioso, come potrei non essere contenta e ringraziare il Signore per questo dono che mi ha fatto? Quanto lavoro ci sarebbe da fare per rieducare le famiglie e i giovani alla vita buona del Vangelo, e fare gustare loro la bellezza dei valori cristiani, che non rendono la vita vuota, anche se a volte costa sacrificio, vale la pena vivere con certi valori. Io e mio marito siamo sposati da 35 anni, abbiamo formato una bella famiglia con amore e sacrifici, siamo orgogliosi di questo e ringraziamo il Signore per averci concesso questo dono. E penso che una società fatta di famiglie che si amano andrebbe avanti molto meglio, in confronto a tutto quello a cui assistiamo oggi.
Carmelina Metoldo