Spiace per la descrizione della famiglia che viene fuori da giornali film libri: o un luogo tristissimo, di oppressione, scappando dal quale si può finalmente vivere chissà quale splendore, oppure al contrario il luogo dei valori, parola che a me personalmente fa venire voglia di grattarmi sulle cuciture dei vestiti, assalita da una terribile insofferenza a tutto quello che dovresti fare per qualche motivo diverso dal fatto che il tuo cuore, l'intelligenza, e la volontà lo hanno giudicato grande e degno e anche molto divertente.
Sì, perché secondo me la famiglia è soprattutto un posto divertente, e molto ragionevole. È normale per l'uomo fare una famiglia. È l'unico posto che funziona davvero, ed è l'unico sistema in cui, a differenza che nel resto delle situazioni, si fa il tifo perché vinca l'altro, dato che non è un gioco a somma zero – io vinco se tu perdi – ma è un gioco in cui il risultato è uguale per tutti, insieme.
Costanza Miriano, Obbedire è meglio. Le regole dalla compagnia dell’agnello