Guglielmo Giaquinta non sapeva altro che insegnare Cristo, tutto in lui era dentro questa chiave di volta. Egli è stato un narratore di Dio credibile.
Ha narrato Dio nella sua volontà e capacità di coinvolgere, fondatore che lancia gli altri in una avventura straordinaria.
Narrava la speranza di Dio su ciascuno di noi, raccontandoci come Dio ha dei disegni altissimi nei nostri confronti e lui se ne faceva portavoce e se ne assumeva la responsabilità. Ha narrato Dio nella centralità divina del suo messaggio e della sua missione, attraverso la centralità della santità di Dio, pensata come disponibile per tutti; è stato tra i pionieri della vocazione universale alla santità e ne ha fatto la sua bandiera: questo è stato il suo modo originale di narrare Dio. Dio ci ha fatti per condividere la sua somiglianza. A noi è chiesto di renderci disponibili a questo lavoro di Dio in noi. Era un narratore della santità di Dio ma senza la pretesa di essere arrivato: era un cercatore di Dio come tutti gli altri e ha avuto il desiderio di cercarlo sempre di più. Questo è il segreto della santità, non quello di sentirsi arrivati ma di continuare ad essere cercatori.
Salvatore Di Cristina, Vescovo, 19 ottobre 2013